«In Occidente mi si accusa di sostenere il presidente Assad. Ma coloro che danno di queste lezioni vengano sul posto per rendersi conto del terrore che gli islamisti ci incutono». A dichiararlo è il patriarca greco melkita Gregorios III Laham in un’intervista pubblicata oggi sul sito L’Oeuvre d’Orient e nella quale si sofferma sulla crisi siriana. L’ottantaduenne patriarca, siriano di nascita, parla del «martirio del suo Paese» e accusa le «grandi potenze che si rifiutano – dice – di combattere Stato islamico con i mezzi necessari» contrastando invece il regime.
«Non temo solo per i cristiani ma per tutto il popolo siriano. Le bombe stanno cadendo ovunque. Gli americani, i russi, gli inglesi, i francesi, i turchi, e anche Israele ci bombardano, come è avvenuto lo scorso dicembre per eliminare un membro di Hezbollah, presente a Damasco. Tutto questo, dicono, per sbarazzarsi di Daesh e e portarci la pace. Ma in attesa di questa pace che non viene, a essere uccisi sono civili siriani. Uomini, donne, bambini che muoiono ogni giorno a decine».
«Le grandi potenze ci accusano di sostenere una dittatura, ma il nemico non è Assad è Daesh con le sue legioni straniere, ceceni, giordani, tunisini, sauditi, e anche europei che vengono ad occupano le nostre terre. È da loro che dobbiamo liberarci. Il popolo siriano soffre il martirio. Quasi cinque anni di guerra, e il pedaggio è pesante: tra 250 000 e 300 000 morti, migliaia di feriti, sfollati, orfani, e l’Occidente sta ancora parlando e sempre dell’uscita di Assad. Ma mai di quella dei terroristi. Sono quelli scacciano i cristiani dalle loro case, che sgozzano i siriani che osano affrontarli. Per quanto tempo ancora dovremo vivere sotto il giogo di questi assetati di sangue?».
«Devo aiutare tutti i siriani – conclude – poco importa a quale religione appartengano. Bisogna preparare il dopo guerra e ritrovare la voglia di ricostruire insieme la Siria».