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Siria: Gregorios III Laham, «Chi mi accusa di sostenere Assad venga qui a vedere cosa fanno gli islamisti»
NEWS 25 Febbraio 2016    

Siria: Gregorios III Laham, «Chi mi accusa di sostenere Assad venga qui a vedere cosa fanno gli islamisti»

da Agenzia Sir

 

«In Occidente mi si accusa di sostenere il presidente Assad. Ma coloro che danno di queste lezioni vengano sul posto per rendersi conto del terrore che gli islamisti ci incutono». A dichiararlo è il patriarca greco melkita Gregorios III Laham in un’intervista pubblicata oggi sul sito L’Oeuvre d’Orient e nella quale si sofferma sulla crisi siriana. L’ottantaduenne patriarca, siriano di nascita, parla del «martirio del suo Paese» e accusa le «grandi potenze che si rifiutano – dice – di combattere Stato islamico con i mezzi necessari» contrastando invece il regime.

«Non temo solo per i cristiani ma per tutto il popolo siriano. Le bombe stanno cadendo ovunque. Gli americani, i russi, gli inglesi, i francesi, i turchi, e anche Israele ci bombardano, come è avvenuto lo scorso dicembre per eliminare un membro di Hezbollah, presente a Damasco. Tutto questo, dicono, per sbarazzarsi di Daesh e e portarci la pace. Ma in attesa di questa pace che non viene, a essere uccisi sono civili siriani. Uomini, donne, bambini che muoiono ogni giorno a decine».

«Le grandi potenze ci accusano di sostenere una dittatura, ma il nemico non è Assad è Daesh con le sue legioni straniere, ceceni, giordani, tunisini, sauditi, e anche europei che vengono ad occupano le nostre terre. È da loro che dobbiamo liberarci. Il popolo siriano soffre il martirio. Quasi cinque anni di guerra, e il pedaggio è pesante: tra 250 000 e 300 000 morti, migliaia di feriti, sfollati, orfani, e l’Occidente sta ancora parlando e sempre dell’uscita di Assad. Ma mai di quella dei terroristi. Sono quelli scacciano i cristiani dalle loro case, che sgozzano i siriani che osano affrontarli. Per quanto tempo ancora dovremo vivere sotto il giogo di questi assetati di sangue?».

«Devo aiutare tutti i siriani – conclude – poco importa a quale religione appartengano. Bisogna preparare il dopo guerra e ritrovare la voglia di ricostruire insieme la Siria».