«Infondere coraggio e speranza anche a forme imperfette di famiglia, che possono essere valorizzate». Questa è la linea che emerge al Sinodo straordinario sulla famiglia secondo quanto ha scritto una nota della sala stampa vaticana diffusa con titoloni ed enfasi da tutti gli organi d’informazione soprattutto per la frase in cui viene fatto riferimento esplicito alle «unioni di fatto, in cui si conviva con fedeltà e amore» per sottolineare che «anche situazioni imperfette devono essere considerate con rispetto» in quanto «presentano elementi di santificazione e di verità. È essenziale guardare innanzitutto agli elementi positivi».
Noi qui ci vediamo del dolo e della malafede. Vediamo del dolo e della malafede in quei troppi organi di informazione che, attraverso l’uso di parole smozzicate, rabberciate, ritagliate a proprio uso e consumo, ciurlano nel manico per tirare l’acqua al proprio mulino.
La Chiesa Cattolica, infatti, che difende da sempre l’indissolubilità del matrimonio; che assieme a moltissimi cattolici laici si è battuta negli anni contro la legalizzazione del divorzio; che venera un esercito di santi, beati e martiri difensori – sempre con sprezzo del pericolo e sovente a prezzo della vita – della sacralità e santità del matrimonio cristiano, dai numerosissimi martiri d’Inghilterra al beato Pietro To Rot in Nuova Guinea; che indica il matrimonio come una delle virtuose e nobili vocazioni di vita mediante cui il cristiano può meritatamente guadagnarsi il Paradiso, definendo – persino poeticamente – la famiglia fondata sul matrimonio cristiano «Chiesa domestica»; che non ammette la convivenza prematrimoniale, i rapporti sessuali prematrimoniali, il sesso omosessuale e l’equiparazione di unioni omosessuali al matrimonio; ebbe questa Chiesa Cattolica così, cioè la “nostra” Chiesa Cattolica istituita da Gesù risorto, non afferma affatto quello che gli organi d’informazione cercano – sotto tortura – di estorcerle.
Ai nostri lettori lo vogliamo dire, anzi ribadire ancora una volta forte e chiaro. E così, non appena giungerà un’altra nota della sala stampa vaticana a spiegare per filo e per segno che gli organi d’informazione si sbagliano di grosso nel tentativo goffo e perverso di strattonare la Chiesa per la giacchetta, la proporremmo subito a tutti anche noi da questo sito. Non appena arriverà la nota della sala stampa vaticana a spiegare a quei duri di orecchie che ancora fingono di non capire che non è stata affatto abolita la differenza tra convivenza e matrimonio; che la convivenza continua a non andare bene e che il matrimonio è sempre una vocazione alla santità; che con la convivenza non ci si santifica e che la convivenza non dice la verità sul rapporto affettivo e procreativo e persino sessuale tra un uomo e una donna, stante che comunque l’unico rapporto di coppia moralmente possibile è quello monogamico tra persone di sesso diverso. Come infatti dice la succitata nota «è essenziale guardare innanzitutto agli elementi positivi».