Si avvicina la data di inizio del sinodo panamazzonico, in Vaticano dal prossimo 6 ottobre fino al 27. Un assemblea speciale voluta a Roma da Papa Francesco per affrontare alcune questioni proprie di quella regione geografica. Indigenismo, possibile ordinazione dei cosiddetti viri probati, ossia uomini sposati di provata fede che potrebbero essere ordinati sacerdoti, e questione ambientale sono i temi più caldi al centro dell’Instrumentum laboris, il testo base per i lavori. Questo documento è stato oggetto di critiche anche all’interno del mondo ecclesiale, prefigurando una situazione simile a quella che si è già verificata in occasione del doppio sinodo sulla famiglia nel 2014 e 2015: controversie e dubia mai veramente dipanati in modo diretto.
Sabato scorso la Sala stampa vaticana ha diramato la lista dei padri che prenderanno parte ai lavori sinodali per l’Amazzonia. La cabina di regia vede come relatore generale il cardinale brasiliano Claudio Hummes che si può ritenere il vero padre di questo sinodo, peraltro grande elettore di papa Francesco come riportano tutte le cronache del conclave 2013. Tra i segretari generali merita una segnalazione il gesuita esperto di migrazioni monsignor Michael Czerny che riceverà la porpora cardinalizia nel prossimo concistoro del 5 ottobre.
Oltre ai prelati di quella regione geografica, nella lista dei partecipanti vi sono i capi dicastero della curia romana e poi l’elenco dei padri di nomina diretta del pontefice. Qui ci sono tutti i nomi più vicini a Papa Francesco: il cardinale Christoph Schönborn, Arcivescovo di Vienna; il cardinale honduregno Oscar Rodriguez Maradiaga, coordinatore del Consiglio dei cardinali che coadiuva il pontefice nel governo della chiesa universale; il cardinale tedesco Reinhard Marx; il presidente dei vescovi europei e prossimo cardinale Jean-Claude Hollerich, Arcivescovo di Lussemburgo; monsignor Marcello Semeraro, Vescovo di Albano; il cardinale Oswald Gracias, Arcivescovo di Bombay. Non poteva mancare padre Antonio Spadaro, gesuita direttore de La Civiltà cattolica e con lui un altro confratello gesuita, padre Giacomo Costa, Direttore della Rivista Aggiornamenti Sociali e Vice presidente della Fondazione Carlo Maria Martini.
Infine, spiccano, tra i cosiddetti invitati speciali, i nomi di Ban Ki-moon, ex-Segretario Generale delle Nazioni Unite, e dell’economista Jeffrey Sachs, già più volte invitato a parlare in Vaticano nonostante le sue posizioni sul controllo della popolazione e sull’aborto.
Le possibili controversie del sinodo hanno già causato critiche e alcune iniziative si prospettano nei giorni immediatamente precedenti l’avvio dei lavori. Sabato 5 ottobre un gruppo di amici cattolici – laici e consacrati – si riuniranno a Roma, alle 14.30, in Largo Giovanni XXIII, a pochi passi dalla Basilica di San Pietro. I temi di questa preghiera non riguardano esclusivamente il sinodo, ma come si può leggere nella pagina facebook dedicata, ci sono ben 10 intenzioni di preghiera tra cui appunto quella «che non si confondano più l’amore per il Creato con l’ecologismo pagano e panteista».
Venerdì 4 ottobre, festa di San Francesco, ci sarà, invece, una tavola rotonda organizzata da Voice of the family presso l’Hotel Massimo D’Azeglio a Roma e intitolata «Our Church – reformed or deformed?» (La nostra Chiesa – riformata o deformata?). Vi partecipano studiosi e giornalisti. Un’altra iniziativa in vista dei lavori sinodali è quella organizzata per il 5 ottobre dall’Istituto Plinio Correa de Oliveira e che si terrà, invece, all’Hotel Quirinale a Roma e intitolata “Amazzonia: la posta in gioco”.
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