Pubblichiamo un augurio scritto da monsignor Alessandro Maggiolini (1931-2008), vescovo di Como, tra quelli pubblicati in un libro intitolato “Fogli sparsi d’augurio”, edizioni Sugarco 2007.
di Alessando Maggiolini
Auguro di pensare anche alle persone remote, ma di non dimenticare le prossime.
Ci si riempie la bocca quando, ad esempio, si parla del Terzo mondo: del mondo, cioè, che viene dopo il Primo – il nostro – e dopo il Secondo – quello delle scoperte alla fine del Medioevo, immagino.
Poi si riflette un poco e si scopre un Quarto mondo, che magari è dentro il Primo: vive nelle nostre case, dietro l’angolo del nostro fabbricato. Il “mondo” dei vecchi e dei sofferenti, dei poveri, che possiamo raggiungere senza partire con una bella cerimonia di saluto all’aeroporto e senza attraversare gli oceani.
Non vorrei invitare a grettezze o soffocare eroismi. Il fatto è che, se si inizia da chi ci è accanto, si può giungere a chi è assai lontano: il cerchio d’interesse si allarga in modo impressionante, si sa dove si comincia e non si sa dove si termina; se, invece, l’attenzione va subito lontano, c’è il pericolo che anche le partenze più clamorose si rivelino delle evasioni: una sorta di lungo viaggio nella fantasia. Poi ci si ritrova daccapo coi nuovi vicini.
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