martedì 26 novembre 2024
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Seoul, vestiti per bambini dalla Cina con sostanze tossiche
NEWS 26 Novembre 2024    di Manuela Antonacci

Seoul, vestiti per bambini dalla Cina con sostanze tossiche

Era iniziato lo scorso luglio il blocco dei giganti cinesi Temu, Shein e Ali Express da parte dell’Ue, a causa degli alti livelli di sostanze chimiche tossiche nei loro prodotti. Ma non solo in Europa, anche in Corea del Sud, i prodotti delle piattaforme online sono stati passati al setaccio: dallo scorso 14 agosto, i funzionari di Seoul hanno condotto ispezioni settimanali degli articoli venduti dai tre giganti del commercio online. Nell’ultima ispezione, sono stati testati 144 prodotti di Shein, AliExpress e Temu e diversi di essi non hanno soddisfatto gli standard legali.

È stato riscontrato, ad esempio, che le scarpe di Shein contengono livelli significativamente elevati di ftalati, sostanze chimiche utilizzate per rendere la plastica più flessibile, parliamo di un numero 229 volte superiore al limite legale. Per avere un’idea più precisa degli effetti altamente nocivi di queste sostanze, basti pensare che un funzionario del team di salute ambientale di Seoul ha detto all’Agence France-Presse che «i plastificanti a base di ftalati influenzano le funzioni riproduttive come la riduzione del numero di spermatozoi e possono causare infertilità e persino parto prematuro».

Una di queste sostanze chimiche «è classificata come cancerogena per l’uomo dall’International Cancer Institute, quindi è necessario prestare particolare attenzione per evitare il contatto a lungo termine con il corpo umano», ha aggiunto. Sotto processo anche gli smalti Shein: due flaconi di smalto per unghie venduti su Shein sono risultati pieni di diossano, parliamo di una cifra superiore a 3,6 volte il livello massimo consentito. Il diossano è una sostanza potenzialmente cancerogena per l’uomo che può causare avvelenamento del fegato.

Ma l’aspetto più inquietante è quello emerso dall’ultima ispezione delle autorità coreane, ovvero il rinvenimento di sostanze tossiche nei vestiti per bambini fino a 622 volte i livelli consentiti. Su 26 articoli per bambini e neonati analizzati, in sette di questi sono state trovate sostanze chimiche dannose. Addirittura, come si legge sul Korea Herald, una giacca venduta su Temu conteneva plastificanti ftalati  che possono arrivare ad alterare le funzioni endocrine, a dei livelli 622 volte superiori rispetto a quelli consentiti dalla legge.

In un’altra tuta venduta su Temu i livelli delle sostanze erano 294 volte superiori rispetto ai limiti legali, ciò portava il pH dell’indumento ad un livello pari a 7,8, fuori dagli standard consentiti, che in Corea del Sud si aggirano  tra 0,4 e 7,5. Anche le tutine per neonati di AliExpress contenevano livelli di piombo pericolosi, addirittura alcune di esse, pari ad una quantità 19 volte fuori dai limiti consentiti. E per non farsi mancare niente, la stessa piattaforma, ha messo in vendita una tutina per neonati che conteneva 3,5 volte il livello di plastificanti ftalati consentito.

Il governo della città, preoccupato dai risultati, ha detto che intende condurre ulteriori test, concentrandosi, stavolta, sui giocattoli e le decorazioni natalizie. In tutto ciò ricordiamo l’astuta operazione commerciale di Temu, di proprietà della società cinese PDD Holdings che, lo scorso febbraio, ha speso milioni di dollari in pubblicità per il Super Bowl nel tentativo di posizionarsi nel mercato statunitense. È decisamente raro che un’azienda cinese acquisti uno spot pubblicitario del Super Bowl – soprattutto a causa dei suoi costi.

Una campagna aggressiva che però non deve meravigliare, considerato che le vendite dalle piattaforme cinesi stanno per essere bloccate anche in Indonesia e in Vietnam. Infine, ad aprile, l’Unione Europea ha aggiunto Shein alla sua lista di aziende online che sono abbastanza grandi da poter essere sottoposte a regole di sicurezza più severe, comprese le misure per proteggere i clienti da prodotti non sicuri, in particolare quelli che potrebbero essere dannosi per i minori. (Fonte foto: Imagoeconomica)

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