Il Pd cerca una mediazione sulle sulla definizione di unioni civili, «formazione sociale». Ma Ncd blocca qualunque tentativo dialogo e parla di «disperato espediente», ammonendo a non cercare accordi fuori maggioranza. In commissione Giustizia al Senato, dove è ripreso l’esame del ddl, è stato riformulato dalla relatrice Monica Cirinnà un sub emendamento dell’area cattolica del Partito democratico, a prima firma Fattorini, che specifica che le unioni civili tra persone dello stesso sesso sono «una formazione sociale specifica». Questo per evitare equiparazioni con l’istituto tradizionale del matrimonio. La modifica della definizione giuridica è una premessa all’articolo 1 e accoglie la richiesta di chi non vuole confusione con il matrimonio tra uomo e donna. Con i dem hanno votato i pentastellati, mentre il Nuovo centrodestra, così come la Lega, ha scelto l’astensione, che a palazzo Madama equivale a voto contrario. L’altolà di Sacconi Un’altoltà alla mediazione cercata dal Pd arriva da Maurizio Sacconi, presidente della Commissione lavoro del Senato: «La definizione delle unioni civili come “specifica formazione sociale” appare come un disperato espediente causidico per distinguerle dal matrimonio ma, come abbiamo più volte detto, se un animale abbaia come un cane ragionevolmente è un cane. E la descrizione di questa “formazione sociale” è quella del matrimonio. Bene hanno fatto quindi i tre rappresentanti di Area popolare in Commissione giustizia e la rappresentante della Lega ad esprimere un voto di astensione che, come è noto, nel Senato ha lo stesso significato del voto contrario». Giovanardi: restano nodi irrisolti «La nostra astensione vale come un voto contrario» perché l’emendamento che definisce le unioni civili come specifica formazione sociale «non risolve i nodi della reversibilità, dell’utero in affitto e delle adozioni». Lo afferma ai cronisti il senatore Ncd Carlo Giovanardi al termine della seduta della commissione Giustizia. «Noi prendiamo atto che la proposta dei cattolici del Pd va in una direzione positiva per la riduzione del danno agganciando la questione dei diritti individuali all’articolo 2 della Costituzione» ma «non si capisce perché tali diritti valgano solo per persone omosessuali», spiega Giovanardi definendo per il quale Ncd «resta contraria al ddl Cirinnà».] Il Pd cerca una mediazione sulle sulla definizione di unioni civili, «formazione sociale». Ma Ncd blocca qualunque tentativo dialogo e parla di «disperato espediente», ammonendo a non cercare accordi fuori maggioranza. In commissione Giustizia al Senato, dove è ripreso l’esame del ddl, è stato riformulato dalla relatrice Monica Cirinnà un sub emendamento dell’area cattolica del Partito democratico, a prima firma Fattorini, che specifica che le unioni civili tra persone dello stesso sesso sono «una formazione sociale specifica». Questo per evitare equiparazioni con l’istituto tradizionale del matrimonio. La modifica della definizione giuridica è una premessa all’articolo 1 e accoglie la richiesta di chi non vuole confusione con il matrimonio tra uomo e donna. Con i dem hanno votato i pentastellati, mentre il Nuovo centrodestra, così come la Lega, ha scelto l’astensione, che a palazzo Madama equivale a voto contrario.
L’altolà di Sacconi
Un’altoltà alla mediazione cercata dal Pd arriva da Maurizio Sacconi, presidente della Commissione lavoro del Senato: «La definizione delle unioni civili come “specifica formazione sociale” appare come un disperato espediente causidico per distinguerle dal matrimonio ma, come abbiamo più volte detto, se un animale abbaia come un cane ragionevolmente è un cane. E la descrizione di questa “formazione sociale” è quella del matrimonio. Bene hanno fatto quindi i tre rappresentanti di Area popolare in Commissione giustizia e la rappresentante della Lega ad esprimere un voto di astensione che, come è noto, nel Senato ha lo stesso significato del voto contrario».
Giovanardi: restano nodi irrisolti
«La nostra astensione vale come un voto contrario» perché l’emendamento che definisce le unioni civili come specifica formazione sociale «non risolve i nodi della reversibilità, dell’utero in affitto e delle adozioni». Lo afferma ai cronisti il senatore Ncd Carlo Giovanardi al termine della seduta della commissione Giustizia. «Noi prendiamo atto che la proposta dei cattolici del Pd va in una direzione positiva per la riduzione del danno agganciando la questione dei diritti individuali all’articolo 2 della Costituzione» ma «non si capisce perché tali diritti valgano solo per persone omosessuali», spiega Giovanardi definendo per il quale Ncd «resta contraria al ddl Cirinnà».