di Caterina Maniaci
su «Libero» del 17 giugno
Non è cosa che succeda spesso: i cattolici però questa volta sono davvero intenzionati a dar battaglia. E a mostrare tutta la loro umiliazione. Nella Spagna sempre più spesso laicista piuttosto che laica, oltranzista solo con i valori tradizionali e cristiani, sta scoppiando un caso anche politico. Dopo che a Granadala meravigliosa città simbolo della Reconquista dei re cristiani che strapparono la terra spagnola ai mori, centinaia di immigrati musulmani, al tramonto di sabato scorso, hanno pregato per la fine del Ramadan. Proprio ai piedi della statua della Vergine Maria, a cui la città è consacrata. Il sindaco socialista della città Francisco Cuenca, infatti, ha deciso di concedere alla comunità islamica quei Jardines del Triunfo che ospitano la colonna con la statua della Madonna cara ai cattolici della città.
Un fatto «senza precedenti» voluto dal Ayuntamiento (il Municipio) di Granada in segno di amicizia e di augurio alla comunità musulmana che sta celebrando appunto, come tutti i musulmani, il Ramadam. Un ennesimo atto che vuole dimostrare che Granada è «una città di coesistenza e tolleranza». Per molti altri, però, le cose non stanno così.
La tolleranza non c’entra, forse invece c’entra la provocazione. Ai cattolici. In molti si sono domandati se fosse proprio necessario concedere quegli spazi, sotto una statua di Maria, per una preghiera collettiva ad Allah.
Fa molto discutere, anche fra le formazioni politiche più moderate, la scelta del sindaco. E’ insorto il parlamentare del partito centrista Ciudadanos Luis Salvador: «Il sindaco confonde tolleranza e rispetto per le religioni con la provocazione. Perché convocare una preghiera musulmana alla Vergine del Trionfo?». Il portavoce comunale, Rocío Díaz, ha messo in chiaro che il Partido Popular rispetta tutte le credenze religiose, ma subito ha sottolineato che il rispetto implica il «non ferire i sentimenti
di nessuno» e in questo caso, invece, è ormai chiaro che «sono state offesi e insultati migliaia di cittadini». Nel frattempo alcuni fedeli appartenenti al gruppo Vox hanno organizzato la recita di un Santo Rosario riparatore sul luogo in cui si sono riuniti gli islamici.
In realtà, studi e sondaggi in questi ultimi anni hanno dimostrato che molti musulmani considerano ancora Granada una città islamica e quella spagnola una vera e propria occupazione illecita.
Secondo un sondaggio condotto dal Pew Research Center de l2013 sette musulmani su dieci in Spagna si considerano islamici più che spagnoli. E si invita a guardare al giorno in cui la città «sarà liberata» e tornerà all’Islam. Questo atteggiamento viene in qualche modo supportato dalle autorità civili e politiche. Nel 2014, proprio il governo regionale spagnolo dell’Andalusia ha esposto un reclamo contro le autorità della Chiesa di Cordoba per la mossa, definita «assurda e fondamentalista», di stampare biglietti e volantini e pubblicare un sito riferendosi alla famosa “mezquita” con il termine “cattedrale di Cordoba”. In molti si sono affrettati a dichiarare che sarebbe stato un gesto di reale dialogo aprire la chiesa ad un culto “misto”, sia per i cristiani che per i musulmani. Il vescovo di Cordoba, Demetrio Fernández González, rispose: «Ci sono cose che possono essere condivise e altre che non possono essere condivise. La cattedrale di Cordoba è una di quelle cose che non può essere condivisa con i musulmani».