Mancano pochi giorni alla Manifestazione “Scegliamo la Vita”, che si terrà il prossimo 21 maggio, a Roma. L’evento è già stato presentato lo scorso 17 marzo, presso la sede della Stampa Estera, dai portavoce dell’iniziativa, Maria Rachele Ruiu (membro del direttivo di Pro Vita & Famiglia e portavoce della Manifestazione) e Massimo Gandolfini (Family Day). Un’occasione importante per ribadire che la vita è un dono meraviglioso che «nessuno può essere scartato» come annuncia, nel video promozionale dell’evento, Massimo Gandolfini.
Per questo è necessario «Scegliere la vita anche quando è disabile, fragile e ferita, tutte le vite hanno il diritto di essere custodite».
gli fa da eco Maria Rachele Ruiu. Proprio a lei abbiamo rivolto alcune domande, per saperne di più.
Quali argomenti verranno affrontati, durante la manifestazione?
«Innanzitutto vogliamo portare sul palco la testimonianza della gente. Partiremo alle 14,00 da piazza Repubblica e arriveremo a piazza San Giovanni verso le 16,00-16,15. Ci sarà una sorpresa: i “The sun”, la più famosa band italiana di christian rock, ci regaleranno un loro brano “Un buon motivo per vivere”, che farà da colonna sonora dell’evento. Le testimonianze che ospiteremo sul palco, sono di donne che hanno accolto la vita, mamme e papà che hanno accolto e custodito la vita ferita. Vogliamo lanciare il messaggio che non solo conviene, non solo è giusto, ma che è anche bello scegliere la vita, in qualunque modo essa si presenti. E’ necessario, è giusto e bello non lasciare indietro davvero nessuno. Per questo motivo parleremo anche del ddl Bazoli sul suicidio assistito».
Qual è la vera novità di questa manifestazione?
«Pensiamo che in questa Italia, ferita dal covid, dalla rabbia, dalla tristezza sia importante dare una testimonianza gioiosa e felice. Uno spirito condiviso da più di cento associazioni che hanno dato la loro adesione. Desideriamo che la manifestazione sia focalizzata sulla gente, sulle testimonianze che vibreranno di vita, perché vogliamo dimostrare con degli esempi concreti che “si può fare”, anche tra mille difficoltà si può scegliere di non aderire alla cultura dello scarto ma di valorizzare la vita, in qualunque condizione si presenti»
Una manifestazione gioiosa e anche un’azione visibile di contrasto alla cultura dello scarto?
«Esattamente. Dobbiamo tornare a custodirci tutti. E’ necessario denunciare questa cultura dello scarto e presentare l’altra possibilità, che non viene mai presentata. Ad esempio vogliamo che ci sia uno sguardo privilegiato sulle donne, anche sulle donne che hanno abortito, per poter accogliere il loro dolore o sulle donne che si trovano a dover affrontare una gravidanza inaspettata. Vogliamo farci carico di queste situazioni insieme. La cultura abortista ha, invece, messo il diritto della mamma contro il diritto del bambino. Vanno, al contrario, accolti entrambi. Rispetto agli anziani e ai più fragili è impensabile credere e operare in modo tale da indurre loro a pensare che il meglio, per la loro esistenza, possa essere l’aiuto al suicidio. Al contrario dobbiamo operare insieme, in modo da accogliere davvero tutti».
Verranno avanzate anche richieste concrete in favore della famiglia, luogo per eccellenza in cui è generata la vita?
«Sicuramente è necessario che vengano prospettate, alle donne che si sentono sole di fronte ad una gravidanza inaspettata, tutte le soluzioni e non solo una, per dar loro la possibilità di superare ogni paura. Un’altra scelta oltre l’aborto c’è e non lo si sottolinea mai abbastanza».
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