A gennaio Papa Francesco si recherà in visita apostolica in Sri Lanka, l’antica Ceylon adagiata nell’oceano “ai piedi” del multiforme e inquieto subcontinente indiano.
Con tutta probabilità, il 14 gennaio, a Colombo, la capitale, il Pontefice canonizzerà il beato Giuseppe Vaz, avendo già dato il “via libera”. La piccola ma coraggiosa Chiesa locale attende l’evento con trepidazione.
Giuseppe Vaz è stato infatti il primo indiano a essere elevato alla gloria degli altari. Nacque il 21 aprile 1651 a Benaulin nello stato indiano di Goa, sulla costa del Malabar, quando la zona era ancora di dominio coloniale portoghese. Nel 1676 divenne sacerdote nella Congregazione di san Filippo Neri e presto fu inviato come missionario nell’allora Ceylon dove gli olandesi della Compagnia delle Indie avevano espulso i missionari e minacciato di morte qualsiasi sacerdote fosse stato sorpreso sull'isola.
Vaz sbarcò dunque a Ceylon da clandestino (come spessissimo è accaduto nell’Oriente asiatico) per portare conforto spirituale e aiuto ai cattolici della regione, giungendo sino alla capitale Colombo. Qui tradusse il Vangelo nelle lingue locali tamil e cingalese.
Morì il 16 gennaio 1711 a Kandy, oramai divenuta la base di ogni attività missionaria a Ceylon. Nel 1995è stato beatificato da Papa Giovanni Paolo II che lo ha salutato con il titolo di «apostolo dello Sri Lanka». Tant’è che il logo ufficiale della visita a gennaio del Papa nel Paese asiatico (l’immagine qui proposta) lo ritrae abbracciato alla Croce di Cristo disegnata secondo il tratto della “Croce srilankese” (sovrimpressa alla mitra pontificia bianca e gialla come nello stemma di Papa Francesco), la quale s’ispira alla “Croce di san Tommaso” (scoperta durante scavi condotti nel sito storico di Anuradhapura a testimonianza di un’antichità gloriosa della fede cattolica del Paese) ed è qui di colore azzurro per ricordare la consacrazione alla beata Vergine Maria dello Sri Lanka (avvenuta dopo la Seconda guerra mondiale) e al contempo ribadire la devozione del Paese al santuario di Nostra Signora di Lanka che sorge a Tewatte. Il medesimo colore, del resto, usato per la croce che capeggia nella bandiera dei cattolici srilankesi utilizzata ufficialmente dalla Conferenza episcopale locale.
Come ha spiegato ad AsiaNews mons. Felix Machado, presidente dell'Ufficio per gli affari ecumenici e interreligiosi della Federazione delle Conferenze episcopali asiatiche, «la nostra gioia deriva dal fatto che p. Joseph Vaz, nato in India, è andato in missione in un altro Paese asiatico promuovendo l’inculturazione, ben prima che il Concilio Vaticano II ne parlasse». E per di più il la sua eroicità cristiana è ora anche «un grande dono […] per il Sinodo sulla Famiglia. In Asia la famiglia è il centro della cultura e delle tradizioni: p. Vaz ha focalizzato la sua evangelizzazione sulla cultura asiatica, cioè sulla famiglia».