Santa Giovanna d’Arco, conosciuta anche come la fanciulla d’Orléans, o “Pucelle”, è stata una delle più controverse figure nella storia della Chiesa a causa di tutte le vicissitudini della sua vita. La sua festa si celebra il 30 maggio, proprio lo stesso giorno in cui è stata bruciata al rogo con l’accusa di essere eretica. Solo cinque secoli dopo, nel 1920, la Chiesa avrebbe proceduto con la sua canonizzazione. Questa giovane contadina, morta a soli 19 anni, guidò eserciti e attraverso incredibili battaglie ottenne l’incoronazione del re di Francia, Carlo VII. Questa è stata la sua missione, indicatale da san Michele arcangelo, che le parlò quando aveva 13 anni.
Benedetto XVI dedicò una catechesi a Santa Giovanna d’Arco in cui delineò il volto di questa giovane Santa e martire. Giovanna è nata a Domremy, un piccolo villaggio situato al confine tra Francia e Lorena. I suoi genitori erano contadini, conosciuti da tutti come ottimi cristiani. La spiritualità di Giovanna era fondata su Gesù Cristo e Maria. Fin dalla sua infanzia ha dimostrato una grande carità e compassione verso i più poveri, i malati e tutti coloro che soffrono nel contesto drammatico della guerra. Attraverso la “voce” dell’arcangelo san Michele, Giovanna percepì che il Signore la chiamava a intensificare la sua vita cristiana e anche a impegnarsi in prima persona per la liberazione del suo popolo. La sua disponibilità immediata si tradusse nel voto di verginità, la partecipazione quotidiana alla Messa, frequente confessione e comunione, lunghi momenti di preghiera silenziosa davanti al Crocifisso o all’immagine della Vergine.
Va chiarito che le “voci” di cui parlava la giovane erano locuzioni interiori che le hanno manifestato le intenzioni di san Michele, santa Caterina di Alessandria e santa Margherita di Antiochia. In particolare, la prima manifestazione delle voci ha avuto luogo all’età di 13 anni e farebbe riferimento alla futura missione. In questo annuncio, le missioni di Giovanna erano chiare: una missione terrena, incoronare il Re di Francia, e una missione soprannaturale, restituire il Regno di Francia al vero Re e Signore, Gesù Cristo.
La sua opera iniziò nel 1429, sono numerose le testimonianze che mostrano come questa ragazza di soli 17 anni appariva come una donna forte e determinata, capace di persuadere e incoraggiare uomini insicuri e demoralizzati. Arrivò a incontrare il Delfino di Francia, futuro re Carlo VII, che a Poitiers la sottopose a un esame da parte di alcuni teologi dell’università. Il loro giudizio fu positivo: non vedevano in lei nulla di male, solo una buona cristiana.
Il 22 marzo 1429, Giovanna dettò un’importante lettera al re d’Inghilterra e ai suoi uomini che assediavano la città di Orleans. Lei chiedeva una vera e definitiva pace, la fu respinta. Così Giovanna dovette lottare per liberare la città, libertà ottenuta l’8 maggio. Un altro momento importante della sua azione politica è stata l’incoronazione del re Carlo VII a Reims, il 17 luglio 1429. Per un anno intero, Giovanna visse con i soldati, portando a termine tra loro una vera e propria missione di evangelizzazione. Tutti la chiamavano e lei stessa si definiva “la fanciulla”, cioè la vergine.
Ma il 23 maggio Giovanna fu tradita e fatta prigioniera dai suoi nemici il 23 maggio 1430 e fu poi trasferita a Rouen, dove fu vittima di un processo ingiusto e condannata al rogo, venendo infine martirizzata il 30 maggio 1431. Fu un processo grande e solenne, presieduto da due giudici ecclesiastici, il vescovo Pierre Cauchon e l’inquisitore Jean le Maistre, ma in realtà interamente guidato da un folto gruppo di teologi della celebre Università di Parigi, che hanno partecipato al processo come consiglieri. Erano ecclesiastici francesi, che seguendo una direzione politica opposta a quella di Giovanna, avevano un forzato giudizio negativo. Fu in realtà un processo farsa che mirava a screditare la sua figura insinuando che Giovanna ascoltasse demoni e fosse una strega.
In questo modo, gli inglesi avrebbero potuto negare l’intervento divino che confermava Carlo VII come legittimo erede al trono di Francia. Un quarto di secolo dopo arrivò il processo di nullità iniziato sotto l’autorità di papa Callisto II che dichiarò nulla la condanna per la quale fu condannata a morte, grazie alle dichiarazioni di numerosi testimoni e teologi. Questo altro lungo processo ha evidenziato la sua innocenza e la perfetta fedeltà alla Chiesa. Più tardi, nel 1920, Giovanna d’Arco fu canonizzata da Benedetto XV. Il grande poeta e scrittore francese, Charles Péguy arrivò a dire di lei: «La passione di Giovanna è una delle più perfette imitazioni della Passione di Gesù». (Fonte foto: Screenshot S. Minghetti, YouTube)
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