Da ormai qualche settimana, l’affaire che riguarda la relazione del ministro Gennaro Sangiuliano con Maria Rosaria Boccia, 41 anni, nativa di Pompei, occupa l’informazione. Qualcuno l’ha definito «lo scandalo dell’estate italiana». Stentiamo a credere che lo scandalo riguardi l’infedeltà coniugale, perché a quella ci siamo purtroppo più che abituati, il piccante starebbe nell’indagare se questa abbia in qualche modo infangato il ruolo istituzionale di un ministro dell’attuale governo. Di qui l’opportunità di riepilogare brevemente la vicenda.
Tutto inizia da un post su Instagram, quando il 26 agosto la Boccia pubblica una foto con il ministro Gennaro Sangiuliano scrivendo: «Grazie al ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano per la nomina a Consigliere del ministro per i Grandi eventi». Così tutti partono a indagare su chi sia questa donna e se abbia o meno le carte in regola per il ruolo assegnatole. Instagram non fa altro che accelerare le ricerche: si dichiarerebbe presidente di “Fashion weeto”, laureata in Economia all’Uk Milano moda, ma la Camera della Moda la diffida. Si sarebbe infatti laureata all’università Pegaso l’anno scorso. È poi sul profilo Linkedin che compaiono eventi organizzati e progetti legati alla nutrizione e alla dieta mediterranea. Ed è ancora Instagram a mostrare molti selfie scattata con Sangiuliano, a Rimini, Pompei, alla Pinacoteca di Brera, a Sanremo, a Montecitorio. Foto scattate perlopiù durante sopralluoghi, incontri ufficiali, eventi, ma anche uscite personali.
Dopo la nomina a Consigliere arriva la smentita dal dicastero, il Pd presenta un’interrogazione parlamentare, sollevando dubbi sulla possibile «gestione opaca degli incarichi fiduciari del ministro», e Italia viva cerca di far luce sul suo curriculum ritenuto «non idoneo». Oramai è scoppiata la polemica: da un lato Instagram ospita gli sfoghi della Boccia, dall’altro fonti del ministero continuano a smentire l’esistenza della nomina, mentre nuovi scatti testimoniano le scappatelle tra i due. Attraverso alcune email, viene poi fuori che la Boccia avrebbe avuto accesso a informazioni organizzative sul G7, come il luogo dove sarebbero stati allestiti concerto e cena riservata agli ospiti, un possibile “piano” in caso di pioggia, o l’allegato della “pianta dei possibili percorsi”.
A Giorgia Meloni tocca affrontare la questione durante la prima intervista al rientro dalle vacanze, assicura di avere parlato con Sangiuliano che le ha garantito «che questa persona non ha avuto accesso ad alcun documento riservato particolarmente sul G7 e soprattutto mi garantisce che non un euro dei soldi pubblici degli italiani è stato speso per questa persona». Meloni aggiunge che il ministro «aveva valutato la possibilità di dare a questa persona un incarico di collaborazione non retribuito. Poi ha fatto scelta diversa e ha deciso di non dare quell’incarico, per chiarire alcune questioni». Sul finale commenta che ai suoi occhi sarebbe solo «gossip».
A questo punto il pubblico attende con la stessa suspense di Temptation Island la serata di mercoledì 4 settembre, ieri, quando Sangiuliano viene intervistato al Tg1: «Ho presentato le mie dimissioni alla premier ma le ha respinte. Sono pronto a dimettermi subito dopo che Meloni me lo chiede, ma l’ho rassicurata con prove documentali che si tratta di una vicenda di gossip, che mi rendo conto essere fastidiosa, ma mai un euro dei cittadini italiani è stato speso e nessun documento riservato è mai circolato». Spiegando che con Maria Rosaria Boccia aveva «una relazione di tipo personale, affettivo», ma «per lei pagavo io, non un euro è stato speso dal Mic» e «su questo terreno non sono ricattabile».
Il caso dovrebbe essere chiuso, in effetti poco dovrebbe interessarci se il ministro ha girato l’Italia in lungo e in largo pagando di tasca propria i biglietti della sua “collaboratrice”, come sembrerebbe provare l’estratto conto della sua carta di credito. Se non fosse che l’opposizione vorrebbe chiarire a che titolo la signora viaggiasse con il ministro, quando in realtà accompagnatori e accompagnatrici a simili eventi sono la prassi per politici sia di destra che di sinistra.
«La prima persona a cui devo chiedere scusa, perché è una persona eccezionale, è mia moglie», ha anche detto in lacrime Gennaro Sangiuliano. In effetti, se davvero a livello istituzionale sembra non abbia commesso nel concreto granché, la moglie tradita – Federica Corsini, una giornalista Rai – appare, almeno nel dibattito in corso, un fatto irrilevante. Quasi assuefatti all’intimità altrui – vedi gli ascolti dei programmi che inscenano tradimenti e intrighi passionali -, figuriamoci se ci sconcerta la scappatella dell’uomo sposato di turno.
Ora, non siamo certo qui a puntare il dito né, tanto meno, a sbrogliare la matassa del gossip; strano semmai che la morale arrivi dai sostenitori dell’“amore libero” e via dicendo. Tuttavia, ciò che qui vale la pena rilevare è che, quando il reato prende il posto del peccato, ecco che tutte le energie sono volte a pulire l’esterno del bicchiere, anziché ciò che c’è dentro. Allora non conterà militare per un partito piuttosto che per l’altro, vano sarà l’impegno per promuovere la famiglia, il matrimonio o la natalità, perché è il cuore dell’uomo l’origine dei propositi di male, di ogni fragilità. Ed è proprio lì che vale la pena concentrare tutta la nostra attenzione. Più che all’ultima intervista o indiscrezione. (Foto: Imagoeconomica)
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