Ieri, domenica 24 ottobre, è stata elevata agli altari Sandra Sabattini, che ora diventa la prima fidanzata beata della Chiesa cattolica. Il cardinale Marcello Semeraro, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, ha presieduto nella diocesi di Rimini la beatificazione, con la partecipazione di oltre 1.200 persone, della giovane riminese, discepola di don Oreste Benzi, morta a 22 anni nel 1984, quando era fidanzata con Guido Rossi.
Alla messa di ieri, dopo aver rivisto la biografia della giovane, il cardinale Semeraro ha letto il decreto con cui papa Francesco ha iscritto Sandra Sabattini nel libro dei santi e dei beati. Dopo la lettura del decreto è avvenuta la processione della reliquia della nuova beata e che ora è posta accanto all’altare della Cattedrale di Rimini per la sua venerazione. Il momento è stato molto intenso e toccante: il miracolato per intercessione di Sandra, Stefano Vitali, ha portato processionalmente l’unico resto mortale di Sandra, un capello, conservato dal fidanzato Guido in una scatola di caramelle che la stessa Sandra aveva decorato.
«Leggendo il suo diario si vede che la sua è stata una vita votata alla carità», ha sottolineato il cardinale Semeraro nell’omelia. «Ci è facile scoprire quanto, in Sandra, la carità sia stata creativa e concreta, attenta al dramma della povertà e considerata come strada verso la santità: “Povertà è povertà, e non è sufficiente fare il voto di povertà per essere poveri in spirito. Se veramente amo, come posso sopportare che un terzo dell’umanità muoia di fame, mentre io conservo la mia sicurezza e stabilità economica? Facendo così, sarò un buon cristiano, ma non certamente un santo ed oggi c’è inflazione di buoni cristiani, mentre il mondo ha bisogno di santi”»
Al termine, ha preso la parola il Vescovo di Rimini, mons. Francesco Lambiasi, in primis per «esprimere l’unico sentimento che vibra nel cuore di tutti e ciascuno: grazie. Quella di oggi è una bella grazia che ricorderemo a lungo. Grazie allo Spirito Santo, grazie a Sandra e mentre ribadisco questo sentimento di gratitudine vorrei invitare tutti a sottoscrivere un impegno e una responsabilità al termine di questa giornata di festa: se non è imitazione, rischia di diventare bugiarda adulazione. Don Oreste Benzi diceva: “Gesù non è venuto a portarci altre devozioni, ma ad accendere una rivoluzione, di quell’unica violenza che va contro il peccato e l’egoismo. Gesù non cerca facchini sgobboni che si spremono per Lui, ma discepoli innamorati”. Oggi celebriamo il primo frutto dell’opera e della testimonianza di don Oreste: Sandra Sabattini. Ci impegniamo non solo a parlare di Sandra, a parlare con Sandra ma a far parlare Sandra, che testimonia una vita bella, matura, pienamente umana».
Nell’ultima pagina del suo diario, due giorni prima dell’incidente, Sandra scriveva: «Questa vita non è mia. Questa vita, che si evolve attraverso un respiro che non è mio, passa in un cammino sereno che non è mio. Non c’è niente in questo mondo che sia tuo. Sandra, attenzione! Tutto è un dono in cui il “Donatore” può intervenire quando e come vuole. Abbi cura del dono che ti è stato fatto, rendendolo più bello e pieno per quando sarà il momento».
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