Meetic, Academic Singles, FlirtSenzaLimiti, C-Date, Pin-Flirts. Sono davvero numerosi, oggi, le app e i social network che offrono una nuova modalità di socializzare ed interagire con gli altri: quella di conoscersi online, sfruttando le potenzialità della Rete. Da notare, anzitutto, come il fenomeno sia statisticamente in crescita. Nel nostro Paese, infatti, gli utenti di queste app o piattaforme sono il 7%, ma sul podio europeo ci sono nazioni con percentuali decisamente più elevate: Gran Bretagna (12%), Spagna (11%) e Germania (10%). A livello mondiale, invece, i primi tre Paesi per utilizzo di questi dispositivi sono Cina (19%), Usa (17%) e Canada (14%).
L’utenza di questi servizi di «dating», ossia di appuntamenti, è costituita dal vasto bacino dei single, ma non solo – parliamo di circa 33 milioni di persone nella sola Europa -, quindi da persone che desiderano fare nuove conoscenze. Che tipo di conoscenze? Dipende un po’ dalla app che si utilizza, dato che oggi i servizi di «dating» sono diversificati a seconda delle preferenze.
Esiste per esempio lo «speed dating online» che, diversamente da quello classico, si pratica nelle community e nei siti web che mettono a disposizione delle piattaforme di videochat, tramite le quali gli utenti si incontrano e parlano con l’ausilio delle webcam. Oppure c’è il «casual dating», che è una forma di comunicazione che facilita l’incontro tra persone desiderose di un’avventura che possa rimanere confinata nell’ambito del divertimento puro, senza impegno.
Un discorso diverso è quello dello «slowdating» che, come dice la parola stessa, a differenza dello «speed dating», è utilizzato da chi, per conoscere una persona, si prende tutto il tempo possibile; gli incontri dopo un primo contatto online, avvengono in locali ad hoc. Oggi il mondo della conoscenza virtuale si presenta insomma molto più variato di qualche anno fa, quando la scena era dominata solo da Tinder, app funzionale per lo più a meri incontri sessuali. Come mai questa crescita esponenziale? Quali le ragioni di questo boom? Le risposte possibili sono almeno tre.
La prima è, per così dire, tecnologica. Non sarà infatti sfuggito che la diffusione degli incontri in Rete avviene per lo più in Paesi altamente industrializzati, fenomeno con ogni probabilità collegato alla diffusione degli smartphone. Più smartphone, insomma, uguale più appuntamenti in Rete: il nesso non è ovviamente causale, eppure sulla correlazione non sembrano esserci dubbi.
Un secondo motivo per cui l’utilizzo di servizi di «dating» è in crescita riguarda la visione edulcorata che propongono della vita sentimentale: vedo il volto di un bell’uomo o di una bella donna, manifesto eventualmente la mia approvazione con un tasto o passo direttamente al contatto diretto, per avviare una conversazione: e quel che sarà, sarà. Tutto molto semplice, anche troppo, perciò perfetto in una società dove i single, ogni anno, crescono di numero. E dove si comporta da single anche chi non lo è.
Una terza ragione – strettamente correlata alla precedente – per cui le app per appuntamenti sono in crescita è che siamo sempre più legati in una mentalità consumistica, dell’usa e getta. Infatti il «dating» on line propone le foto degli iscritti come all’interno di un catalogo virtuale, in cui tutti sono al contempo acquirenti e acquistati, un po’ clienti e un po’ merce. Con il risultato che un rapporto anche importante può nascere o svanire senza esiti, come Cesare Cremonini canta in “Al telefono”:
«Fammi una fotografia/ E tienila per sempre nel telefono/ In mezzo alla pornografia» e poi ancora «Fammi una fotografia/Ti dico una bugia/ È facile lasciarsi in un telefono».
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