Oggi, 24 ottobre 2024, viene pubblicata la quarta enciclica di papa Francesco, si intitola Dilexit nos, «sull’amore umano e divino del Cuore di Gesù Cristo». Preannunciata nello scorso giugno dallo stesso papa Bergoglio durante un’udienza affinché il testo, disse, permetta di meditare sugli aspetti «dell’amore del Signore che possano illuminare il cammino del rinnovamento ecclesiale; ma anche che dicano qualcosa di significativo a un mondo che sembra aver perso il cuore». In attesa di leggere il testo abbiamo rivolto qualche domanda su questa devozione al padre gesuita Enrico Cattaneo, professore emerito di Patristica e autore presso La Civiltà Cattolica.
Padre Cattaneo, cosa significa per la Chiesa il culto al Sacro Cuore di Gesù? E che significato potrebbe avere il rilancio oggi di questa devozione?
«Benché il tema del “cuore” riferito a Dio Padre e a Cristo abbia solidi fondamenti biblici e patristici, tuttavia bisogna riconoscere che la devozione al Sacro Cuore, come è stata presentata, si è sviluppata in ambito prettamente cattolico. Il Concilio Vaticano II, con la sua prospettiva ecumenica, non ne parla, e di fatto dopo quel concilio questa devozione ha avuto un notevole offuscamento: quasi spariti i primi nove venerdì del mese e l’ora santa di riparazione. Tuttavia, come un fiume sotterraneo, essa ha continuato a nutrire la vita interiore di molti fedeli. San Giovanni Paolo II l’ha in qualche modo rilanciata nella forma della Divina Misericordia. Letta nei vari contesti storici questa devozione si rivela di un forte impatto, non solo ecclesiale, ma anche sociale. Nel 1600, quando nacque, essa fece da argine al rigorismo giansenista e alla politica fatta di calcoli umani. Nel 1800, il secolo del Sacro Cuore, essa fu da contrappeso alla diffusa mentalità razionalistica, che alimentava una cultura atea e anticattolica. Oggi Papa Francesco la ripropone a un mondo “che sembra aver perso il cuore”, e ne ha proprio bisogno».
Storicamente come si è sviluppata questa devozione all’interno della Chiesa?
«La moderna devozione al Sacro Cuore nasce nel monastero della Visitazione di Paray-le-Monial (Francia) dalle visioni di santa Margherita Maria Alacoque. L’odierna enciclica di Papa Francesco vuole appunto celebrare il 350° anniversario della prima manifestazione del Sacro Cuore di Gesù alla santa, nel 1673».
Un mondo che disprezza la «carne» con eccessi di ogni genere cosa riceve dal culto al Cuore di Cristo?
«Penso che sia importante far riscoprire valori come adorazione, riparazione e consacrazione. Il Cuore di Cristo è un vero cuore umano, che sa amare e soffrire, e sa donare la vita per i suoi amici. Anche il mondo di oggi ha bisogno di risentire le parole del profeta Ezechiele: “Vi darò un cuore nuovo, toglierò il vostro cuore di pietra e vi darò un cuore di carne”, un cuore cioè capace di amare in verità, senza finzioni».
(Foto Ansa)
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