“La fine dell’uccisione legale di bambini non nati”. La chiede la Commissione sulla famiglia e la protezione della maternità e dell’infanzia della Chiesa ortodossa russa.
Ieri, 27 settembre, è giunta la firma del patriarca di Mosca Kirill sulla petizione che “richiede modifiche legislative” per vietare l’aborto chirurgico e medico nonché la pillola del giorno dopo.
“Noi, cittadini della Federazione Russa, siamo per la cessazione esistente nel nostro Paese della pratica legale dell’uccisione di bambini prima della nascita e richiediamo l’inserimento di modifiche nella legislazione”, si legge nel documento.
Nel maggio scorso Kirill aveva definito l’aborto “una vera e propria catastrofe nazionale che prende la vita di oltre un milione di nostri concittadini ogni anno”. Attualmente la Chiesa ortodossa russa gestisce nel Paese 29 centri di assistenza per donne incinte che si trovano in difficoltà. Nel 2015 oltre 5,5 milioni di donne hanno ricevuto aiuto in questi luoghi.
La petizione ha raccolto più di 300mila firme, ha informato uno dei suoi promotori, il leader del Movimento per la Vita russo, Sergei Chesnokov, su Facebook. Egli ha affermato che l’obiettivo è quello di ottenere un milione di adesioni.
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