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Rosario per l’Italia. Come fecero gli austriaci nel ’46, liberandosi dei sovietici con la forza della coroncina
NEWS 12 Dicembre 2014    

Rosario per l’Italia. Come fecero gli austriaci nel ’46, liberandosi dei sovietici con la forza della coroncina

Sono 29 le città iberiche dove oggi, così come avviene ogni 12 del mese, si pregherà un «Rosario per la Spagna». L’iniziativa è promossa da una piattaforma denominata appunto «Rosario por España», laici convinti che la secolarizzazione del Paese e il suo progressivo abbandono della fede cattolica siano le cause della sua crisi morale, che si manifesta nella crisi economica, in una legislazione che attenta al bene sommo della vita e nella minaccia della rottura dell’unità nazionale.

Anche in Italia, con una sintonia segno dei tempi, qualcosa si sta muovendo in tal senso. Mesi fa è stato Maurizio Blondet, direttore del giornale online Effedieffe, a proporre una grande campagna di preghiera, un «Rosario per l’Italia» appunto,  per «ottenere la liberazione dai nostri oppressori interni e internazionali, interiori ed esteriori». Preghiera per un’Italia oltretutto gravata da una moneta unica che «doveva metterci le ali ai piedi» mentre è diventata «una macina da mulino al collo», e da un’Europa sorta sulla promessa della «fine dei nazionalismi bellicisti», diventata «l’arena dei più furbeschi egoismi e, soprattutto, dove regna incontrastabile la volontà del più forte». Un esempio a cui ispirarsi per questa «liberazione» è quello della Crociata Riparatrice del Rosario nell’Austria occupata dai sovietici.

Scriveva Blondet:  «Nel 1946 nel Santuario di Mariazell il cappuccino Petrus Pavlicek, ex prigioniero di guerra, ebbe una voce interiore; da allora girò per la patria per convincere quanti più austriaci possibile a recitare il Rosario per la liberazione dall’Armata Rossa.  La sua idea era un Rosario perpetuo: 24 ore su 24 dovevano esserci austriaci che pregavano la Vergine. Portava con sé una statua della Vergine di Fatima donatagli dal vescovo di Leira. Nel ’55, c’erano mezzo milione di austriaci – che erano allora 5 milioni in tutto – che partecipava alla preghiera, nessuna ora del giorno e della notte era senza invocazione a Maria. E nel 1955, fra maggio e ottobre, l’Armata Rossa si ritirò. Spontaneamente e senza un chiaro motivo.  La Mosca sovietica non lasciò mai la presa su nessun altro Paese occupato. Non se n’è andata dalla Polonia, né dalla Romania né dall’Ungheria, né tantomeno dal lacerto di Germania che aveva strappato per sé; ma dall’Austria sì».

Lo scorso 12 settembre anche Brescia è stato lanciato il «Rosario Perpetuo per l’Italia», iniziativa nata da un gruppo di amici, Brescia Veritas, perché il nostro Paese «sta vivendo una crisi antropologica e spirituale, che incide su tutti gli aspetti della società, dalla religione, all’economia, all’educazione». Epoiché, scrivono, «la storia la fanno gli uomini e visto lo stato drammatico in cui ci troviamo, riteniamo necessario ricorrere ad un intervento "straordinario"». «La Madonna a Fatima ci ha fatto comprendere che, «per il potere che il Padre ha dato al Rosario, non c'è problema personale, né familiare, né nazionale, né internazionale, che non si possa risolvere con il Rosario» (Lucia di Fatima). Per questo vogliamo chiedere l’intercessione della Madonna per l’Italia».