Qual è il ruolo odierno della religione? Ha acquistato o perso influenza sociale? A questi e ad altri interrogativi di natura sociologica tenta di dare una risposta A Changing World: Global Views on Diversity, Gender Equality, Family Life and the Importance of Religion, un dossier a cura del Pew Research Center nelle cui 44 pagine sono condensati gli esiti di una ricerca davvero imponente, se si considera che è stata realizzata sondando un campione di oltre 30.000 persone distribuito di ben 27 Paesi. Gli esiti di questa maxi indagine sono, rispetto appunto al fenomeno religioso, particolarmente interessanti perché hanno preso in esame più aspetti.
Il primo dato approfondito concerne il ruolo e il peso del credo: nella maggior parte dei 27 Paesi considerati si ritiene che, rispetto a 20 anni fa, la religione abbia perso terreno. Tuttavia – avverte il Pew Research Center – occorre distinguere. Infatti, siffatta convinzione riguarda soprattutto i Paesi europei e occidentali, e neppure tutti. In Francia, per esempio, il 38% di coloro che ritiene che la religione abbia perso influenza è superata, anche se di poco, dal 39% di quanti hanno un’idea opposta. Viceversa, in Russia, Indonesia, India, Israele, Filippine, Brasile, Nigeria, Kenya si pensa che il credo religioso abbia più peso di due decenni or sono: il che deve far riflettere dato che è pur sempre del pensiero di 2,3 miliardi di persone.
Un secondo aspetto preso in esame concerne l’atteggiamento globale verso un maggior ruolo della religione. Significativamente, il dato che qui emerge è che la maggior parte dei 27 Paesi interpellati guarda con favore a quest’ipotesi. Solo l’Europa appare divisa e scettica al riguardo, anche se ci sono nazioni come l’Italia e la Grecia – curiosamente, cosa che fa riflettere, quelle che più hanno sofferto il rallentamento e la crisi dell’economia – in cui invece un ruolo più significativo della fede viene visto positivamente. Anche negli Stati Uniti, in Russia, Israele un maggior peso della religione è ben visto. In generale, c’è da dire che questo atteggiamento pro fede, per così dire, riguarda però, per lo più, la popolazione di età più matura e non i giovani.
Un altro dato significativo rilevato dal Pew Research Center riguarda il fatto che la stragrande maggioranza di coloro che ritengono la religione molto importante nella loro vita sono anche favorevoli al fatto che essa debba averne nella società. Un dato banale? No, per niente. Esso sta infatti a significare come una certa visione della fede – individualistica e priva di ricadute nella vita pubblica e di tutti i giorni – sia fortunatamente minoritaria. Più in generale, ciò che questo studio internazionale mette in luce riguarda la centralità che il credo religioso, nel 2019, continua ad avere. Una centralità molto netta, anche laddove le persone ritengono che esso influisca meno d’un tempo.
Solo nella Vecchia Europa – guarda caso il continente con natalità sotto zero e dal futuro demografico quanto mai incerto – ci si permette il lusso discutere l’importanza della religione. Tutti gli altri Paesi del pianeta invece, a prevalenza mussulmana o cristiana che siano, riconoscono al credo un ruolo fondamentale. Possiamo insomma ancora una volta concludere come avessero torto coloro che, ieri e l’altro ieri, annunciavano la morte di Dio. Un Dio che invece – statistiche alla mano – gode di una salute eccellente. Sono invece i profeti del tramonto del divino, pian piano, ad essere seppelliti insieme alle loro fallaci previsioni.
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