Un popolo si sta alzando in piedi, decine di migliaia di persone sono scese in piazza in oltre 50 città italiane nel nome della libertà di espressione, contro ogni tipo di censura. E’ stato il clou della campagna #restiamoliberi che mira a bloccare l’iter del Ddl Zan sulla cosiddetta omotransfobia, depositato lo scorso 30 giugno e che sarà discusso alla Camera il prossimo 27 luglio. La mobilitazione nasce per contestare l’istituzione di un nuovo reato, quello di omofotransfobia appunto, che non viene definito dal legislatore, lasciando così enormi spazi a interpretazioni e derive liberticide che colpiranno tutti coloro che promuovono il diritto naturale di ogni bambino ad avere un padre e una madre o, più semplicemente, che si riconoscono nel principio dell’identità sessuata biologica e non in quello della variegata identità di genere che, basandosi sull’auto percezione, comprende oltre 50 definizioni.
Sono decine le piazze che ieri e sabato (Qui l’elenco completo) si sono riempite di persone che hanno vegliato in silenzio, chi leggendo un libro, chi con un bavaglio alla bocca, a simboleggiare la censura in atto. 500 persone si sono riunite a Catania, Palermo e Verona, Vicenza, Torino, più di 300 a Bologna, più di 600 a Milano e centinaia in altre piazze del nostro paese. Molte città si stanno mobilitando invece in questi giorni, segno di come il popolo sia stanco di questo governo che dimentica i veri bisogni degli italiani.
«Di fatto, con questa legge, dire la verità sulla natura dell’uomo diventerà reato – è stato ribadito in tutte le piazze nel discorso del portavoce – Ma in un tempo in cui il potere si accentra sempre più nelle mani di pochi, l’istituzione del reato di opinione è un passo ulteriore verso la censura del dissenso, di qualsiasi dissenso. Ecco perché ci alziamo in piedi. In silenzio, a distanza di un metro, leggendo un libro, con un bavaglio sulla bocca, per dire che nessuna legge può zittire le nostre coscienze. C’è un popolo che si sta risvegliando e che non è disposto a restare indifferente mentre la libertà viene minata nel nostro paese. Non rispondiamo ad alcun tipo di provocazione perché siamo qui in piazza anche per chi ci contesta e non ha capito la portata liberticida di questa legge. #restiamoliberi dunque! Liberi di pensare, di educare, liberi di esprimerci, di professare il nostro credo, liberi di dire no ad una legge bavaglio».
Tra gli appuntamenti dei prossimi giorni c’è quello di Roma, giovedì 16 alle 17, che vedrà la mobilitazione di #restiamoliberi arrivare a Montecitorio. L’auspicio è che la politica sappia accogliere questo appello di popolo poiché dalle piazze ieri il messaggio è stato chiaro «Siamo pronti a scendere in piazza di nuovo se l’iter di questa legge non verrà fermato».
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