La nostra preferenza l’abbiamo già espressa, un po’ provocando, un po’ sognando, perché abbiamo indicato il leader del Family day Massimo Gandolfini come Presidente della Repubblica. A volte i sogni si realizzano, di solito no, ma sognare aiuta a vivere e anche a pensare. In seconda battuta non ci dispiacerebbe vedere sul Colle l’ex Presidente del Senato, il professor Marcello Pera, perché lo conosciamo capace di allargare gli spazi della ragione e di apprezzare le autentiche radici d’Europa. Ad ogni modo, a una settimana dalla elezione, ecco le regole del gioco e i candidati più o meno in campo per il nuovo inquilino del Quirinale.
LE REGOLE E I NUMERI
Il 24 gennaio inizieranno le operazioni di voto per l’elezione del tredicesimo presidente della Repubblica italiana. Saranno i cosiddetti «grandi elettori» a esprimersi, cioè 1.009 persone: 321 senatori (considerando anche i 6 senatori a vita), 630 deputati e 58 delegati regionali (i governatori, il presidente del Consiglio regionale e un consigliere di opposizione per ciascuna regione).
Il voto in seduta comune, causa covid, sarà diviso su più turni da 50 elettori: i primi a votare saranno i senatori a vita, seguiti in ordine alfabetico dai senatori, i deputati e infine i delegati regionali.
Per eleggere il Presidente della Repubblica per le prime tre votazioni occorre una maggioranza dei due terzi, cioè 672 voti. Dalla quarta votazione basta la maggioranza semplice, 504 voti.
LE POTENZIALI FORZE IN CAMPO
L’attuale composizione dei gruppi alla Camera e al Senato, e nella ipotesi che rimangano compatti, vedrebbe all’incirca questa situazione:
– centrodestra può contare su 418 parlamentari (197 Lega, 129 Forza Italia, 58 Fratelli d’Italia, 29 Coraggio Italia, 5 Noi con l’Italia);
– centrosinistra: 132 parlamentari per il Pd, 18 Leu, 6 Centro democratico, in totale 156 parlamentari, a cui si possono aggiungere i 42 “renziani” di Italia viva (la somma non è automatica e sicura) e 5 parlamentari di +Europa per arrivare in complesso a 203 grandi elettori. Se a questi si aggiungono i 233 parlamentari del M5s allora il centrosinistra allargato potrebbe arrivare a 436 parlamentari. Ma anche nel caso della variegata rappresentanza grillina non è detto si possa facilmente procedere a una somma precisa.
– fuori schieramento ci sono poi 91 parlamentari del gruppo Misto e i 6 senatori a vita e questi potrebbero davvero essere un potente ago della bilancia
– delegati regionali: dei 58 totali il centrodestra dovrebbe poter contare su 32 delegati, mentre il centrosinistra (considerato con il M5s) andrebbero 25 delegati.
Indicativamente nessuno dei due grandi blocchi ha le forze per garantirsi una maggioranza dei due terzi, né quella semplice, ma più avvicinabile, di 504 voti (nelle alchimie di palazzo sembra che il centrodestra possa godere di un leggero vantaggio). Comunque vada, sembra proprio che saranno i circa 100 voti del gruppone Misto e senatori a vita che inciderà sulle sorti del voto.
I CANDIDATI
Il candidato ufficiale del centro destra è Silvio Berlusconi, poi ci sono una serie di ipotesi. Innanzitutto, l’attuale Presidente del consiglio Mario Draghi, ma le sue quotazioni oscillano e tendono verso il basso, quindi l’ex primo ministro Giuliano Amato, l’ex presidente della Camera Pierferdinando Casini, l’attuale ministro della giustizia Marta Cartabia (tra le donne papabili si parla anche dell’attuale Presidente del Senato, Elisabetta Alberti Casellati, l’ex ministro Paola Severino, la sempre presente Emma Bonino e qualcuno ha fatto anche il nome di Letizia Moratti). Fra gli outsider è in netto rialzo il borsino che vorrebbe Presidente l’ex ministro Franco Frattini, appena eletto Presidente del Consiglio di Stato. Non può mancare Gianni Letta, uomo da sempre presente nei crocevia che contano e capace di tessere relazioni a destra e a manca. Più di bandiera appaiono i nomi dell’ex senatore Marcello Pera e dell’attuale commissario europeo Paolo Gentiloni. Romano Prodi, ha già detto che preferisce star fuori per raggiunti limiti di età. Infine, ultima ma non ultima, resta l’ipotesi di un rinnovo breve, un anno, per Sergio Matterella. Dopo decenni di nomi “imposti” dal centrosinistra, sembra essere arrivato il turno del centrodestra per avanzare proposte, e questa pare davvero la novità più rilevante, ma tutta da verificare.
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