Se i primi dati troveranno conferma, per il centrodestra quello delle regionali sarebbe un trionfo clamoroso sia in Lombardia – dove per Attilio Fontana la partita era relativamente più facile – sia nel Lazio a lungo governato dal centrosinistra con Zingaretti, e che ora è destinato a passare nelle mani di Francesco Rocca. Da questo punto di vista, la differenza di formazioni della sinistra (con M5S e Pd uniti in Lombardia e divisi nel Lazio) non ha cambiato il risultato finale della partita, che è appunto quella di una vittoria molto netta.
Tutto questo rappresenta senza dubbio un segnale politico rilevante per il governo che, al lavoro da pochi mesi, sta affrontando sfide anche molto impopolari: i rincari sul carburante e non solo ne sono solo il caso più clamoroso. Va anche detto che Fontana e Rocca non sono di per sé i candidati perfetti per un elettorato che abbia a cuore i valori non negoziabili. Un Fontana pro life, infatti, non avrebbe aperto – come invece ha fatto a fine luglio 2018 – ai cosiddetti contraccettivi gratuiti per tutti gli under 24 nei consultori pubblici e privati lombardi.
Allo stesso modo, un Rocca che fosse realmente pro family difficilmente avrebbe dimostrato, come invece ha fatto, una «apertura positiva» nei confronti del Partito Gay, con Fabrizio Marrazzo che ha apertamente dichiarato che il candidato presidente di centrodestra «si è mostrato più aperto per quanto riguarda l’erogazione dei servizi e la cosa è in linea con quanto fatto da presidente della Croce Rossa in questi anni». Ciò nonostante, non si può neppure nascondere come l’agenda anche regionale del centrosinistra sotto tanti punti di vista – etici in primis – resti di gran lunga più preoccupante.
Conseguentemente, non resta che augurarsi che anche sotto il profilo valoriale e culturale – dopo un Sanremo che a tratti pareva quasi la Festa dell’Unità, tanto era forte la canzone progressista di sottofondo – il governo trovi coraggio. Un’azione significativa in questo senso è già stata quella della nomina di un Comitato Nazionale di Bioetica, come ha raccontato il Timone, sicuramente più attento alla sensibilità dei cattolici. Questo però non basta: c’è tutta una cultura dominante, dalla scuola fino ai grandi media, che continua a tenere sotto scacco il Paese e della quale occorre liberarsi e liberare i cittadini, che sono già alle prese con tutt’altri e ben più concreti problemi. (Foto: Imagoeconomica)
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