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30.12.2024

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Rapporto di Aiuto alla Chiesa che soffre: «Persecuzioni anche in Occidente»
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23 Giugno 2023

Rapporto di Aiuto alla Chiesa che soffre: «Persecuzioni anche in Occidente»

Pregare, celebrare riti e ricorrenze in pubblico, esporre simboli religiosi, insomma tutto quello che comporta vivere apertamente la propria fede in un Paese su tre nel mondo espone i credenti a forme di persecuzione o discriminazione. La drammatica fotografia delle violazioni della libertà religiosa nel mondo viene scattata nel XVI rapporto della Fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che Soffre, presentato questa mattina a Roma, mercoledì 22 giugno, all’Ambasciata Italiana presso la Santa Sede.

Lo studio copre il periodo compreso tra gennaio 2021 e dicembre 2022 è mette in evidenza un netto peggioramento delle condizioni in ben 47 Paesi sui 61 totali dove si riscontrano forme di persecuzione e discriminazione. In pratica il diritto umano fondamentale alla libertà di religione è violato in una Nazione su tre e tra queste si annoverano “giganti” come la Cina e l’India. Per questo motivo si calcola che quasi 4,9 miliardi di persone, pari al 62% della popolazione mondiale, vivono in Paesi in cui la libertà religiosa è fortemente limitata. In questi Stati si stima che vi abitano oltre 300 milioni di cristiani che subisco diverse forme di persecuzione.
Governi autoritari e vere e proprie dittature sono tra i principali responsabili di questa situazione ma non meno preoccupanti sono le azioni dell’estremismo islamico e del nazionalismo etno-religioso (quest’ultimo soprattutto in India). Poi esiste un tipo di persecuzione più subdola e forse più difficile da contrastare, quella che Papa Francesco definisce “educata” e con i “guanti bianchi” che avviene nei Paesi Occidentali che fanno sempre sfoggio della libertà di espressione. Il rapporto evidenzia che nei Paesi che appartengono all’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE) si registra una diffusa “cultura dell’annullamento” e al “discorso forzato”, caratterizzato da forti pressioni sociali per indurre a conformarsi alle correnti ideologiche di tendenza.
La jihad degli islamisti lascia la sua lunga scia di sangue soprattutto nei Paesi africani del Shael, in Mozambico e in Somalia, dove le varie sigle estremiste attaccano chiese, villaggi e scuole, uccidendo laici e religiosi. In Pakistan sono invece diffusi gli episodi di conversioni religiose e matrimoni forzati, rapimenti e violenze sessuali nei confronti di giovani cristiane. L’Ideologia comunista muove invece le persecuzioni attuate dalle nomenclature Cina e Corea del Nord, che rimangono i due Paesi asiatici con il peggior record di violazioni dei diritti umani. Vicino al modello socialista è anche il Nicaragua dove è in corso una feroce persecuzione di tutta la Chiesa locale con arresti e condanne di diversi esponenti del clero.

La persecuzione religiosa ha quindi molteplici forme che sono state sviscerate dai relatori della presentazione del Rapporto 2023. Primo fra tutti il Cardinale Mauro Piacenza, presidente di Acs Internazionale che ha sottolineato che la libertà religiosa è la “madre di tutte le libertà” poiché “ad essa sono connesse la libertà di pensiero e di parola, la libertà di espressione e di aggregazione, la libertà di coscienza e di culto”. Il porporato ha quindi osservato che la libertà religiosa “riguarda la sfera del significato, l’orizzonte ultimo dell’esistenza, il movimento della ragione umana che cerca di rispondere alle domande fondamentali dell’io, allora essa dovrebbe essere considerata ancora più fondamentale delle altre, pur indispensabili libertà”. Per tutti questi motivi il presidente di Acs ha ricordato che è necessario sostenere, anche economicamente, progetti di formazione e di educazione, di lavoro e sviluppo, di formazione del clero e dei diversi livelli di annuncio del Vangelo, per permettere uno sviluppo ordinato della comunità cristiana, e, grazie al suo contributo, aiutare le culture e i territori dove essa vive.

Presente all’evento anche il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano che si è soffermato sulle limitazioni della libertà religiosa nelle società Occidentali che impattano “sui valori civili” poiché si assiste al tentativo di “silenziare” chi promuove istanze di difesa della vita e sostegno alla famiglia naturale. Secondo Mantovano “la natura laica” dei governi “merita una lettura positiva se questa natura trova al suo interno la libertà religiosa”, con il laicismo invece “si entra invece nell’area del patologico”. Mantovano riprende anche il tema della reciprocità, che va trattato con tutti i Paesi con cui ci si relaziona anche se con prudenza e conferma l’impegno del governo italiano per un “nuovo piano Mattei per l’Africa”. Su questa falsa riga il video intervento del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che ha annunciato una prima trance di 10 milioni di euro per progetti di sostegno delle comunità cristiane perseguitate nel mondo. (M.G.)

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