Non dormono e non mangiano per ore e giorni (anche tre): fanno solo sesso, con l’aiuto di psicofarmaci e droghe (illegali). È la moda del «chemsex», il sesso chimico, nata fra gli omosessuali maschi, ma che si sta diffondendo nella popolazione etero. Non è soltanto un fenomeno sociologico: sta diventando un problema sanitario, almeno in Gran Bretagna. Ecco perché ne parla la rivista scientifica British Medical Journal (Bmj) che si chiede: «Che cos’è il chemsex e perché è un problema?». La questione è che gli «adepti» hanno, in media, cinque partner per ogni «sex session» (maratone del sesso) e spesso non usano protezioni (leggi: preservativo): così rischiano infezioni, soprattutto quelle da Hiv e da epatite C. E gravidanze indesiderate. Per non parlare dei disturbi psichici correlati, appunto, all’uso di droghe. Ma quali sono queste sostanze? La scelta è molto ampia.
Senza freni inibitori
Ci sono il mefedrone e le amfetamine cristallizzate che funzionano come stimolanti: provocano euforia ed eccitamento sessuale (ma anche aumento della frequenza cardiaca e della pressione arteriosa). E ci sono il Ghb (gamma-idrossibutirrato) e il Gbl (gamma-butirolattone) che tolgono i freni inibitori (sono molto potenti) e per di più hanno un leggero effetto anestetico. Molti di questi prodotti si assumono per vena, cioè con un’iniezione (come si fa con l’eroina). Antidote, una società inglese che a Londra fornisce farmaci alle persone Lgbt (sigla che raggruppa gay, lesbiche, bisessuali, transgender) con problemi di dipendenza, dichiara che il 64% di chi richiede i suoi prodotti, li ha utilizzati in «sex session» nel 2013-2014. Chi usa questi psicofarmaci/droghe (secondo qualche piccola indagine condotta in Gran Bretagna e riportata dal Bmj) è entusiasta: cancellano le inibizioni, aumentano il piacere, allontanano i pensieri negativi, come la perdita dell’autostima e della fiducia in se stessi, e creano un desiderio di rapporto – sessuale – immediato con gli altri.