Incredibile ma vero in questo periodo, i legislatori dello stato di Washington DC stanno discutendo l’approvazione di un disegno di legge che porrebbe fine al segreto della confessione. In realtà la proposta di legge sarebbe legata alla questione della denuncia degli abusi sui minori, da parte del clero. Si vorrebbe cioè che, a questo scopo, le informazioni che i sacerdoti ottengono in confessione, venissero private del sigillo sacramentale. Una norma che andrebbe decisamente contro ciò che è stabilito dal Codice di Diritto Canonico, secondo cui il sigillo è inviolabile in quanto proibisce a chi è costituito in autorità ed ha avuto notizia dei peccati in una confessione, di avvalersi di tale notizia in qualunque modo per il “governo esterno”.
Inoltre la violazione del sigillo sacramentale da parte del confessore comporta la scomunica latae sententiae, ovvero automatica, che solo il Papa potrebbe revocare. Pertanto, il vescovo di Spokane che copre la parte orientale di Washington, Thomas A. Daly ha assicurato alla sua diocesi che i sacerdoti opteranno per una pena detentiva piuttosto che rompere il segreto confessionale. Peraltro, il disegno di legge originale approvato dal Senato includeva un’esenzione per le informazioni che i sacerdoti ottengono durante la confessione, proprio per non violare il sigillo della confessione.
Ma la versione approvata dalla Camera, invece, presentava un emendamento che colpiva al cuore il segreto confessionale, prevedendo addirittura il carcere per i sacerdoti che si rifiutavano di rivelare le informazioni ascoltate in confessione riguardo gli abusi sui minori. «Voglio assicurarvi che i vostri pastori, vescovi e sacerdoti, si impegneranno a mantenere il sigillo della confessione, anche a costo di andare in prigione», ha scritto Daly in una lettera del 19 aprile, ai cattolici della diocesi di Spokane. Due giorni prima, il 17 aprile, il Senato aveva rifiutato di accettare l’emendamento della Camera, riproponendo il disegno di legge originale. Ora tocca alla Camera decidere se accettare l’emendamento o optare per il disegno di legge del Senato o ancora proporre un’ulteriore alternativa.
Nella sua missiva, Daly ha anche esortato i legislatori a «scrivere una buona legge che possa essere realmente applicata» e si è detto certo che il rispetto della libertà religiosa verrà garantito. Tuttavia ha ricordato anche che «Lo stato di Washington non è il primo organo di governo a tentare di criminalizzare il nostro impegno a preservare il sigillo sacramentale. La storia è piena di esempi di re, regine, dittatori, potentati e legislatori che hanno tentato di violare il segreto della confessione attraverso la legge. Tutti hanno fallito».
Rassicuranti i toni del portavoce della Conferenza cattolica dello Stato di Washington che alla CNA ha garantito che la Conferenza sta lavorando insieme ai legislatori per elaborare un disegno di legge che protegga i bambini e contemporaneamente il sigillo della confessione. «Siamo grati per gli sforzi dei senatori di entrambi gli schieramenti che non hanno approvato l’emendamento che minava il segreto tra confessore e penitente, ha detto il portavoce. «Stiamo lavorando con i legislatori per trovare una versione un disegno di legge che garantisca sia la protezione dei minori sia il segreto confessionale». (Fonte foto Youtube)
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