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Poliziotta bianca uccide uomo di colore. Dopo la condanna un doppio abbraccio
NEWS 9 Ottobre 2019    di Giulia Tanel

Poliziotta bianca uccide uomo di colore. Dopo la condanna un doppio abbraccio

Il processo che ha visto sul banco degli imputati l’ex poliziotta Amber Guyger, trentunenne, accusata di aver ucciso con due colpi di pistola il ventiseienne Botham Jean nel suo appartamento a Dallas il 6 settembre del 2018, mentre stava guardando la tv e mangiando un gelato alla crema, si è concluso la settimana scorsa con una condanna a dieci anni di carcere e… due abbracci.

Ebbene sì, perché questo processo che ha riportato alla luce le tensioni razziali tra la popolazione bianca, nella figura della giovane poliziotta, e la comunità nera, in questo frangente rappresentata dal ragazzo rimasto ucciso, nei suoi titoli di coda ha stupito l’America – e non solo – per il messaggio di amore e di perdono, in chiave cristiana, che è riuscito a rubare la scena alle polemiche.

Dopo la lettura della condanna e dopo che la giuria aveva lasciato l’aula, infatti, il fratello di Botham, Brandt, è stato autorizzato a parlare a Guyger dal banco dei testimoni. Da qui, come testimonia il video del suo intervento, si è rivolto alla ex poliziotta dicendole che la perdonava, che l’amava in qualità di persona e che desiderava il meglio per lei, ossia che affidasse la sua vita a Cristo. Questo è quanto avrebbe voluto suo fratello Botham. Parole sincere, pesanti, cui ha fatto seguito un lungo e commosso abbraccio tra Brandt e Amber.

A seguire, il giudice Tammy Kemp, anch’essa di colore, si è avvicinata al tavolo della difesa per parlare con Guyger, la quale – ha dichiarato Kemp all’Associated Press – «mi ha chiesto se pensavo che Dio potesse perdonarla e le ho detto: “Sì, Dio può perdonarti e l’ha fatto”». Un’affermazione cui ha fatto seguito il regalo di una Bibbia: «Se voleva, poteva iniziare con la Bibbia», ha proseguito il giudice, «non volevo che tornasse in prigione e sprofondasse nel dubbio e nell’autocommiserazione e diventasse amara perché ha ancora molta vita davanti a sé […]». Ecco quindi che Guyger la ha chiesto per ben due volte se poteva abbracciarla e Kemp, dopo un’iniziale esitazione, l’ha avvolta tra le braccia (foto a fianco). «Seguendo le mie stesse convinzioni», ha dichiarato in seguito, «non potevo rifiutare un abbraccio a quella donna. Non lo farei. E non capisco la rabbia. E immagino di poter dire che se professate credenze religiose e le seguirete, spero che non siano situazionali e si limitino a una sola razza».

Due abbracci, dunque, che mettono al centro il perdono e l’amore misericordioso di Dio, che non conosce limiti. E poco importa se questo ha provocato la reazione indignata della «Freedom From Religion Foundation, un gruppo secolare con sede nel Wisconsin che presenta sistematicamente azioni legali per contestare manifestazioni religiose nel governo», la quale «ha affermato che Kemp stava facendo proselitismo dal banco e ha presentato una denuncia a un’agenzia del Texas che indaga su accuse di cattiva condotta giudiziaria». Il giudice è infatti molto tranquilla perché conscia di aver compiuto questi gesti sì pubblicamente, ma pur sempre a procedimento legale oramai concluso: la laicità, infatti, non può che presupporre anche la libertà di religione.

 


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