La Comunità dei giovani bolognesi si è ritrovata in mattinata nella Cattedrale Reale (una basilica imponente e bellissima) di Mafra, cittadina a circa 40 km da Lisbona, per la prima delle tre catechesi, secondo una formula consolidata nel tempo.
È il giorno del perdono d’Assisi. La catechesi prevede le confessioni per tutti i 1000 giovani presenti. L’Arcivescovo Matteo Zuppi parte da un’altra ricorrenza:
«Oggi a Bologna si ricorda lo squarcio vigliacco di chi, senza volto, ha voluto far male lasciando una bomba in stazione. La confessione è guardare gli squarci che abbiamo dentro. Il peccato è una bomba che lascia ferite, tagli che fanno male a sé e agli altri».
Poi, il Cardinale dà la parola ad un prete antimafia che racconta della violenza della mafia, della stoltezza del disboscamento e dell’estrazione mineraria selvaggia, della necessità di cambiare stili e atteggiamenti di vita. L’intervento dura un’ora.
Esco dalla Chiesa. Comincio a recitare il rosario mentre il don continua a parlare. Due giovani escono, pure loro, dalla Chiesa. Vedono uno in talare e si avvicinano: «Scusi, ci può confessare?». «Venite». Sono due confessioni meravigliose. Dio ha fatto loro il regalo della Sua Pace. A me, la Grazia del sacerdozio.
Erano le 11 del mattino.
Una volta terminata la lunga testimonianza, qualche confessione nel poco tempo rimasto, e la S. Messa, ritrovo i giovani a pranzo. «Che peccato, don – dice Ceci – La Chiesa che vuol parlare ai giovani ha dato proprio quell’immagine di sé da cui i giovani fuggono».
È l’una. È l’ora di pranzo. Abbozzo un sorriso amaro e azzanno un hamburger buonissimo ripensando ai quei due giovani.
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