Nel 2014, dopo aver preso il controllo di molte città in Iraq, lo Stato islamico ha commesso crimini contro l’umanità e di guerra ai danni dei cristiani iracheni. È quanto emerge da un rapporto presentato al Consiglio di sicurezza Onu, che parla di trasferimenti e conversioni forzate, persecuzioni, sequestri di proprietà, schiavitù, violenze sessuali e distruzione di siti culturali e religiosi.
Il rapporto della squadra investigativa formata dalle Nazioni Unite ha concluso che i crimini commessi dallo Stato islamico in Iraq sono crimini contro l’umanità e hanno preso di mira i cristiani nel Paese. I risultati delle indagini e le prove preliminari dimostrano che i gruppi estremisti affiliati allo Stato islamico hanno perseguitato in particolare i cristiani e che i crimini includevano il trasferimento forzato e la persecuzione dei cristiani, il sequestro delle loro proprietà, il coinvolgimento in violenza sessuale, la schiavitù e altri «atti disumani».
Inoltre, il team ha affermato di aver identificato leader e membri rilevanti del gruppo estremista dello Stato islamico che hanno partecipato all’attacco e all’acquisizione di tre città prevalentemente cristiane nelle pianure di Ninive a nord della seconda città più grande dell’Iraq, Mosul, a luglio e agosto 2014 – Hamdaniyah, Karamlays e Bartella. Ha anche iniziato a raccogliere prove sui crimini commessi contro la comunità cristiana a Mosul. L’organizzazione ha costretto i cristiani di queste zone a convertirsi all’Islam o a lasciare le loro case entro un periodo di tempo stabilito da loro. Durante questo periodo, migliaia di famiglie sono fuggite nelle regioni settentrionali dell’Iraq.
In questo contesto, l’Arcivescovo della Diocesi di Erbil, Mons. Bashar Warda, ha commentato: «Il rapporto Onu costituisce un’ulteriore prova. Abbiamo iniziato a parlare pubblicamente di questo massacro e degli eventi dal 2014, e abbiamo presentato alle delegazioni internazionali prove sui crimini commessi dalle organizzazioni terroristiche». Ha anche dichiarato che un’idea a sostegno della creazione di uno Stato islamico esisteva in precedenza, sottolineando che studiosi e giuristi si sono opposti al progetto alla luce degli atti criminali commessi. Mons. Warda ha aggiunto: «Il riconoscimento internazionale dà forza e ripristina la dignità delle persone e registra un dato nella storia, affinché questa tragedia non si ripeta e risarcisca le vittime. Ci auguriamo che il governo degli Stati Uniti collabori con le autorità irachene per ottenere questi diritti».
La Chiesa caldea di Erbil ha avuto un ruolo importante nel contenere la più grande crisi che i cristiani hanno affrontato negli ultimi decenni con la sua collaborazione iniziata nel 2015 con i Cavalieri di Colombo e gli organismi internazionali per registrare e istituire commissioni d’inchiesta sulle operazioni criminali commesse contro centinaia di migliaia di cristiani. Gli sforzi congiunti hanno portato l’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump e la Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti ad approvare la criminalizzazione della guerra contro i cristiani in Iraq. (Fonte) (Foto: screenshot da Al Jazeera, YouTube)
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