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Perdite per 90 milioni di euro, lo choc della Chiesa di Francia
NEWS 15 Dicembre 2020    di Raffaella Frullone

Perdite per 90 milioni di euro, lo choc della Chiesa di Francia

Non è la solita forzatura giornalistica per trovare un titolo, è la Chiesa francese stessa a chiamarlo «choc». Non si tratta solo della diaspora dei fedeli a Messa, mai tornati ai numeri del pre-pandemia, i cugini d’Oltralpe si trovano infatti di fronte a una perdita economica che il tesoriere della diocesi di Lille, Jean François Delaby, definisce «inaudita».

Secondo i dati diffusi dalla Conferenza episcopale francese (Cef) la pandemia ha comportato per le parrocchie un calo delle entrate tra il 30 e il 40%, dato che raggiunge quota 70 / 80% nei santuari. La perdita è stimata in 90 milioni totali a partire dal primo lockdown. «Sono circa 16 domeniche senza le offerte, le nostre missioni sono quindi diminuite in modo drastico» spiega padre Antoine d’Eudeville, parroco di Notre-Damedes Champs a Parigi.

La situazione è così preoccupante che i vescovi hanno dato vita a una mobilitazione dal titolo «Grazie del vostro sostegno alla missione della Chiesa» che mette nero su bianco i numeri della crisi. «Nel 2020 – si legge nell’appello – le chiese sono state chiuse, poi sono state riaperte ma senza possibilità di raduno, quindi sono stati ammessi incontri ma con un numero limitato di fedeli. Sono di tre tipi le risorse essenziali per il sostegno della Chiesa: le offerte occasionali (per battesimi, matrimoni, cerimonie funebri), la questua e le offerte per far celebrare le Messe. Doni “liturgici” che insieme rappresentano il 53% delle attuali risorse (esclusi i lasciti). Per la Chiesa questa situazione è un doppio dolore, spirituale e finanziario. Privi di Messe, i cattolici non hanno potuto partecipare al gesto di offrire pane e vino per l’Eucaristia attraverso la loro raccolta fondi».

Ancor più esplicito è Ambroise Laurent, segretario generale aggiunto della Cef che parla di una perdita di circa «3-4 milioni di euro per domenica, con conseguente mancata entrata da 50 a 60 milioni di euro durante il primo lockdown e circa 30 milioni di euro per il contenimento successivo». «Ci sono dei risparmi – ha spiegato – ma sono limitati e le spese correnti sono stabili: stipendi dei sacerdoti, costi del personale, manutenzione degli immobili…».

La Chiesa francese può contare su aiuti statali solo per le scuole private. Il sostentamento del clero è affidato al Denier de l’Eglise, l’offerta personale annuale, che costituisce l’entrata principale. Ogni anno a Natale la Chiesa si rivolge ai fedeli, ma quest’anno in molto più accorato, con le parole di Denis Moutel, vescovo di Saint Brieuc e Tréguier e presidente del Consiglio per gli affari economici, sociali e giuridici della Cef: «Nella luce del Natale i nostri cuori sono aperti. Anche se le nostre case sono meno piene, anche se le nostre chiese sono state meno frequentate, la vita cristiana non si è fermata. Ed ecco perché le parrocchie hanno bisogno del dono dei fedeli. Per settimane e persino mesi, non siamo stati in grado di partecipare alla Messa della domenica, ne abbiamo sofferto. E le nostre parrocchie sono state private di una parte molto importante delle loro risorse: tra -30% e -40% per quest’anno 2020. Questo sostegno finanziario è essenziale affinché le parrocchie continuino ad annunciare la Buona Novella: per parlare di nuovo di Dio in questo tempo difficile, per assistere i malati e i più vulnerabili, per incontrare bambini e giovani nella catechesi. Riprendere, ma non esattamente come prima: fare nuovo! Ciò non potrà avvenire senza la partecipazione di tutti».

 

 


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