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Perchè il livello della liturgia è spesso indice del livello dei pastori. Due casi, dall’Italia e dagli Usa
NEWS 29 Gennaio 2015    

Perchè il livello della liturgia è spesso indice del livello dei pastori. Due casi, dall’Italia e dagli Usa

«La sacra liturgia è assolutamente il primo atto della nuova evangelizzazione – ha detto in un’intervista pochi giorni fa il cardinale Raymond Leo Burke – se non adoriamo Dio in spirito e verità, se non celebriamo la sacra liturgia con la più grande fede possibile in Dio e nell’azione divina che ha luogo nella Santa Messa, non avremo l’ispirazione e la grazia per  realizzare la nuova evangelizzazione».

Lo scadimento liturgico a cui si assiste ancora in troppe chiese e comunità non è un fenomeno che «avviene da sé», ma chiama in causa prima di tutto i pastori e i sacerdoti, i ministro del culto, chiamati a rendere le celebrazioni veri incontri tra l’umano e il divino e, per per tutelare un tesoro che non è di questo mondo, chiamati a rispettare con il massimo zelo le norme stabilite dalla Chiesa.

Per commentare il video che qui a fianco, segnalato dal blog The Pinoy Catholic, bastano questi due numeri dell’istruzione Redemptionis Sacramentum, emanata dalla Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti:  

[94] Non è consentito ai fedeli di «prendere da sé e tanto meno passarsi tra loro di mano in mano».
[104] Non si permetta al comunicando di intingere da sé l’ostia nel calice, né di ricevere in mano l’ostia intinta.

A dimostrazione poi del fatto che là dove i pastori compiono il loro dovere di ministri del culto la liturgia fiorisce, segnaliamo una notizia che arriva dagli Stati Uniti, dalla diocesi di Lincoln, in Nebraska, una delle più vibranti e ricche di vocazioni del Paese.

Il vescovo James Conley lo scorso novembre aveva stabilito che tutte le Messe di Avvento in Cattedrale fossero celebrate dai sacerdoti ad Orientem, ovvero rivolti al crocifisso e non al popolo. Questo per riproporre e sottolineare un elemento fondamentale della liturgia eucaristica, su cui ha scritto pagine di grande valore anche Joseph Ratzinger, che si è in gran parte perso e che si è cercato di reintrodurre ponendo un crocifisso sull’altare nelle Messe celebrate verso il popolo. Conley ha accompagnato la decisione con una bella lettera ai fedeli, spiegando con una fine e comprensibile catechesi il senso del gesto.

Il risultato? Non solo la cosa non ha suscitato il minimo turbamento tra i fedeli, ma una ventina di parrocchie hanno voluto seguire l’esempio del vescovo e delle Messe in Cattedrale, cogliendone la valenza e la bellezza.