Intervistato da Andrés Beltramo Álvarez per Vatican Insider, mons. Charles Chaput, l'arcivescovo di Filadelfia (la città dove dal 22 al 27 settembre si svolgerà l’VIII Incontro Mondiale delle Famiglie con la partecipazione del Papa) affronta lo spinoso (anche negli Stati Uniti) problema dell’immigrazione dicendo:
«Non mi piace la parola “xenofobo” perché implica ostilità. La maggior parte degli americani sono migliori e più generosi di questo. Ma soprattutto dopo l’11 settembre, molti americani sono preoccupati per la sicurezza delle loro famiglie e di se stessi. Sono preoccupati per il loro lavoro. Sono preoccupati per il mantenimento dello stato di diritto. Sono preoccupati per la protezione della solvibilità delle istituzioni pubbliche. È importante che le persone fuori dagli Stati Uniti capiscano che gli americani hanno dei motivi, spesso dei buoni motivi per preoccuparsi dell’immigrazione. Detto questo, gli Stati Uniti sono una nazione costruita dagli immigrati. Ed è costantemente rinnovata con nuovi immigrati. Quindi demonizzare e penalizzare gli immigrati è la peggior forma di paradosso per un americano – una specie di auto-contraddizione nazionale. Le persone hanno un diritto naturale a migrare per provvedere alla sicurezza e sostentamento loro e delle loro famiglie. Spero, quindi, che il Papa aiuterà sia la Casa Bianca che il Congresso a lavorare insieme con più onestà per risolvere questo problema immigrazione. Entrambi i nostri principali partiti politici – i Democratici e i Repubblicani – sono responsabili dell’attuale caos migratorio. Nessuno dei due è innocente».