È straziante sapere che un sia stato un 12enne kamikaze ad aver provocato nei giorni scorsi circa 50 morti, in gran parte bambini, e un centinaio di feriti, durante una cerimonia di nozze a Gaziantep, in Turchia, vicino al confine con la Siria. “Chiediamo il dono della pace per tutti”, ha detto il Papa nell’Angelus di domenica scorsa. Ma dov’è la pace oggi in quella che sembra una spaventosa staffetta degli orrori che, senza sosta, ha colpito Siria, Nizza, Parigi, Bruxelles, Istanbul… Perché non c’è pace?
Una interpretazione, che seppur di decenni fa può risultare attualissima, la offre madre Teresa di Calcutta, la suora albanese fondatrice delle Missionarie della Carità che il 4 settembre prossimo sarà canonizzata dal Papa in piazza San Pietro.
L’11 dicembre 1979, madre Teresa ricevette il premio Nobel per la pace, un riconoscimento per il suo servizio per e con i poveri, per il tempo speso con quelli che il mondo considerava “intoccabili”. Madre Teresa ha lavorato per la pace in molti modi essenziali: “Una caratteristica del suo lavoro è stato il rispetto dell’essere umano, per la sua dignità e il valore innato, il suo impegno per l’inviolabilità della dignità di ogni uomo”, si legge nella motivazione del premio.
A Oslo, ricevendo il prestigioso riconoscimento, la Santa però disse qualcosa di molto forte, che politicamente poteva suonare quasi ‘scorretto’, irripetibile: “Io sento che il più grande distruttore della pace oggi è l’aborto, perché è una guerra diretta, un’uccisione diretta, un omicidio commesso dalla madre stessa – disse la suora -. Oggi il più grande distruttore della pace è l’aborto. Tante persone sono molto preoccupate per i bambini in India, per i bambini in Africa, dove tanti ne muoiono di malnutrizione, di fame e così via, ma milioni muoiono deliberatamente per volere della madre. E questo… è il grande distruttore della pace oggi. Perché se una madre può uccidere il proprio bambino, cosa mi impedisce di uccidere te e a te di uccidere me? Nulla”. “Per favore non distruggete i bambini, li prenderemo noi”, aggiunse madre Teresa che con le sue suore accolse centinaia di migliaia d bambini e di madri.
Il concetto di aborto come atto che mina alla pace, la Beata di Calcutta lo ripeté continuamente anche in altre grandi occasioni, di fronte ai potenti della terra, come i congressi all’Onu o la Conferenza mondiale di Pechino sulla donna. Nel 1992 in un discorso agli ‘Amici di tutta Italia’, per l’inaugurazione della prima culla per la vita, mise addirittura in relazione aborto e terrorismo: “Se una madre può uccidere il suo stesso figlio nel suo grembo, perché ci meravigliamo della violenza e del terrorismo che si sparge attorno a noi?”
Leggere oggi le parole di questa piccola grande donna provoca sicuramente un fastidio, ma certamente offre una risposta al male infinito che stiamo vivendo. Perché anche noi, oggi, possiamo essere come quei bambini-ragazzini innocenti vittime di un altro innocente, là dove meno te lo aspetti, a una festa di nozze, sulla Promenade de las Anglais a Nizza, o nel grembo della propria stessa madre.