Solo pochi giorni fa avevamo dato anche noi la notizia, ripresa da AsiaNews, dello sprezzante trattamento riservato al defunto mons. Giuseppe Fan Zhongliang, vescovo di Shangai, dal regime neo-post-comunista cinese. Siccome mons. Giuseppe Fan Zhongliang, morto il 16 marzo, era sempre rimasto fedele a Roma, cioè era clandestino per non avere accettato il ricatto scismatico dell’Associazione Patriottica (la “Chiesa Cattolica” ligia l comando di Pechino), il governo gli aveva negato l’omaggio dei fedeli in una chiesa, relegandolo a una “funeral home” pronto per semplici esequie laiche. In più era stato deciso che la sua salma fosse visitabile solamente per due giorni, dalle 9,00 alle 17,00.
Certamente sottovalutando grossolanamente la portata del gesto, il governo ha comunque consentito che in quello spazio contingentato si celebrassero Messe per il vescovo defunto, e così le Messe non sono mai finite… Davanti alla salma dell’esemplare presule sono state infatti celebrate Messe di continuo, presiedute da diversi sacerdoti. E sebbene l'indicazione del governo fosse quella di un funerale di basso profilo, attorno al pastore scomparso il gregge di fedeli è sempre stato numerosissimo. Fortissima ovviamente la presenza di cattolici clandestini, ma forte pure quella dei cattolici “patriottici”, che evidentemente mostrano di avere un cuore ben diverso da quello che sono costretti a mostrare in pubblico e che, la si rigiri come si vuole, hanno così sfidato apertamante il governo.
«Secondo un cattolico che vi ha partecipato», riferisce AsiaNews, «un sacerdote ha anche pregato in pubblico per mons. Taddeo Ma Daqin, vescovo a Shanghai, agli arresti domiciliari fin dal giorno della sua ordinazione per aver essersi dimesso dalle cariche nell'Associazione patriottica». E «i fedeli hanno ottenuto pure che un catafalco sia posto nella cattedrale di sant'Ignazio, la sede del vescovo di Shanghai. Anche qui è stata celebrata una messa per mons. Fan».
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