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Per Claudio Risé è l’ora del “Ritorno del padre”
NEWS 12 Luglio 2022    di Giulia Tanel

Per Claudio Risé è l’ora del “Ritorno del padre”

Oramai vent’anni fa, nel 2003, lo psicanalista Claudio Risé dava alle stampe il suo famosissimo libro Il padre, l’assente inaccettabile, divenuto negli anni un punto di riferimento importante per chi si accosta a parlare di tematiche legate alla famiglia e all’educazione. Un testo per certi aspetti “duro” nel suo dare riscontro di una società – che nella pratica clinica trovava una immagine iconica – in cui il maschile e la figura paterna attraversavano un periodo di crisi, con conseguenze forse inimmaginate e inimmaginabili; il tutto anche alla luce del fatto che era un vuoto che il mondo femminile non riusciva a colmare, in quanto ontologicamente incapace di infliggere nei figli quelle «ferite» necessarie per crescere, per uscire dalla sfera dell’onnipotenza infantile, per iniziarsi al mondo adulto.

A distanza di un ventennio da quella pubblicazione, Claudio Risé esce in questo 2022 con un nuovo testo, dal titolo: Il ritorno del padre (San Paolo, 18 euro). Un volume la cui cifra fondante si potrebbe dire essere quella della speranza, in un movimento che l’autore stesso identifica come opposto rispetto a quello da lui descritto nel libro citato in apertura: il padre oggi vuole fare ritorno in scena, il padre vuole essere presente. «L’assenza», scrive l’Autore nella Prefazione, «è ormai inaccettabile anche per lui, che tiene a manifestarlo, e la donna è sempre più spesso pronta ad aiutarlo. Si tratta di fenomeni finora inattesi e di straordinaria attualità e interesse».

I protagonisti di questa rinascita del paterno sono i giovani adulti di oggi, coloro che tanto spesso – forse troppo spesso, e non sempre a ragione – vengono descritti con tinte critiche. Giovani ai quali Risé guarda con estrema fiducia mentre gradualmente, e con fatica, stanno provando a sbattere dalle proprie scarpe le ceneri di un passato ormai da archiviare e stanno provando a scrivere una storia diversa, lontana dalle ideologie antifamiliste e antinataliste che hanno influenzato in maniera pesante la società negli ultimi cinquant’anni. Annota infatti ancora lo psicanalista: «Il giovane uomo di oggi ancora teme di poter essere espulso dal matrimonio come spesso è capitato al padre, ma desidera intensamente una famiglia dove ci si scambi affetti e cure; e se trova una ragazza che condivida questo sogno è ormai spesso in grado di sposarla. Le grandi ferite inferte dai toni settari delle leggi sulla famiglia del secolo scorso si stanno lentamente rimarginando, mentre si esaurisce progressivamente l’ansioso ed egoistico edonismo dell’epoca. Il cinquantennio dei comportamenti sfrenati e dell’affettività gelida sta finalmente terminando».

Si sta quindi configurando una sorta di ritorno al passato, ma in un’ottica di superamento e di apertura al futuro. Complici anche i grandi scossoni socio-culturali degli ultimi anni, con la pandemia da Covid a giocare un ruolo non secondario nello spostare il focus dall’esterno a sé all’intimo, quello che si nota nei giovani di oggi – e forse non solo in loro – è la voglia di vivere bene, in una libertà che sia vera e non posticcia come quella urlata ideologicamente in piazza con slogan e altoparlanti da una gioventù che aveva grandi ideali ma un orizzonte poco chiaro. Nel fare vengono necessariamente rimessi al centro la famiglia, i rapporti personali, i valori fondanti del vivere… e anche la fede religiosa, della quale «ogni persona ha una sorta di insopprimibile nostalgia e bisogno». Senza un’apertura altra e alta l’uomo è destinato all’infelicità, o si ammala. E al trascendente apre il padre, simbolo terreno del Padre con la P maiuscola.

Padre e mondo familiare sono inscindibili, strettamente connessi, in un’unione che garantisce alle società la sopravvivenza: entrambi stanno tornando, per il bene di tutta la società. «La base della famiglia», scrive ancora Risé, «non è né la ricerca di piacere né la gratificazione personale, ma il dono di sé agli altri per la loro crescita e il loro sviluppo. Una pratica e un gesto d’amore senza il quale le civiltà muoiono. È per evitarlo che il padre oggi ritorna, attraverso le nuove e inaspettate scelte dei suoi figli».

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