Settembre 1997, pubblichiamo una risposta del cardinale Giacomo Biffi a una domanda di Saverio Gaeta. L’intervista integrale è stata pubblicata sul mensile Jesus in vista dell’allora 23° Congresso eucaristico nazionale
Di Giacomo Biffi
«(…) mi piace citare l’Amleto, dove vien detto: “Noi siamo indegni farabutti tutti quanti”. È una frase che coglie bene la tragedia dell’uomo che non è mai all’altezza di ciò che sente di dover essere, e che quindi ha bisogno di superare la propria miseria morale. Infine, la miseria più incontestabile è la morte, intesa non semplicemente come fine dell’esistenza, ma come annientamento di tutto quel che si è fatto. Questo per me è un assurdo: perché mai dovremmo venire al mondo, perché mai dovremmo uscire dal nulla, soltanto per poi ritornare nel nulla?
«Di fronte a questa miseria umana, io non trovo da nessuna parte uno che dia risposta e salvezza, se non Cristo, il quale ci salva perché propone un senso e un traguardo alla nostra esistenza, perché ci offre il perdono dei peccati. Non è infatti vero, come si dice oggi, che non c’è più il “senso del peccato”: basta vedere le denunce di tutti i tipi che vengono fatte sui giornali e alla televisione. Casomai, non c’è più il senso del peccato proprio, ma soltanto di quello altrui».
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