Eletto Papa il 22 febbraio 1878, Leone XIII poneva il suo pontificato sotto «la potentissima protezione di san Giuseppe, celeste patrono della Chiesa» (…) La devozione verso san Giuseppe, già notevole sotto il pontificato di Pio IX, conobbe sotto Leone XIII un ulteriore sviluppo, dimostrato dalla nascita e approvazione in quel periodo di numerosi istituti religiosi dedicati al Santo. Segno di questa crescente devozione sono anche le incoronazioni delle immagini di san Giuseppe, avvenute in Francia, Belgio e America, tra le quali è da includere quella della statua di san Giuseppe (30 giugno 1902), a Castello di Caudino d’Arcevia (Macerata), l’unica in Italia. Innumerevole è l’elenco delle confraternite sorte un po’ ovunque. (…)
Leone XIII ereditava da Pio IX un difficile pontificato, che raccoglieva i frutti delle dannose semine precedenti: il razionalismo, il naturalismo e l’ateismo partorirono il socialismo, il comunismo e il nichilismo. Nel discorso natalizio ai cardinali lamentava: «È ora più che mai la guerra sistematicamente rivolta contro tutto ciò che è cattolico. Non vi è istituzione di tal natura cui, all’occasione, non si attenti con disposizioni o legislative o amministrative. Non sono rispettate nemmeno le pie fondazioni destinate a portare in lontani Paesi i benefici della fede; non le fa sicure nemmeno il diritto meglio provato e riconosciuto delle stesse corti di giustizia, che subito una nuova legge viene a rendere vana tale vittoria». (…)
Poiché col passare del tempo le ostilità contro la Chiesa si erano aggravate sempre più, diventando «i mali maggiori di ogni umano rimedio», il Pontefice decide di incitare il popolo cristiano a una prolungata preghiera, a cominciare dal prossimo mese di ottobre, «da Noi già consacrato alla Vergine del Rosario», nella certezza di «poter trovare nella materna bontà della Vergine un rifugio a tutti i nostri mali». È proprio in questo contesto mariano che Leone XIII inserisce il suo ricorso a san Giuseppe e «a trattare pubblicamente questo tema per la prima volta»: «Poiché è molto importante che il suo culto penetri profondamente nelle istituzioni cattoliche e nei costumi, vogliamo che il popolo cristiano riceva dalla nostra stessa voce e autorità tutto l’incentivo possibile». (…)
Con l’enciclica Quamquam pluries , Leone XIII è stato il primo Papa a tracciare le linee di una teologia di san Giuseppe, definendone chiaramente i titoli che lo inseriscono nella storia della salvezza, ossia della redenzione umana, sia a livello dell’incarnazione, come sposo di Maria e padre di Gesù, sia a livello della vita della Chiesa, della quale è il naturale protettore. In calce all’enciclica del 15 agosto 1889 Leone XIII pose la nota preghiera rivolta al santo, A te o beato Giuseppe. (fonte: Osservatore romano)
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