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Papa in Iraq, «un momento storico per il popolo e per i cristiani»
NEWS 6 Marzo 2021    di Redazione

Papa in Iraq, «un momento storico per il popolo e per i cristiani»

(Segui la diretta del viaggio del Papa sulla pagina Facebook del Timone, i commenti video di padre Jalal Yako da Qaraqosh)

È iniziato ieri il viaggio di papa Francesco in Iraq, un viaggio storico anche perché è la prima volta che un Papa riesce a toccare il suolo iracheno. Una terra martoriata che lo stesso Francesco sull’aereo che lo portava a Baghdad ha definito «una terra martirizzata».

La giornata del Papa di ieri, dopo quello con le autorità civili, si è conclusa con l’incontro con vescovi e religiosi nella cattedrale siro-cattolica di Nostra Signora della Salvezza, dieci anni fa teatro di un terribile attacco terroristico. «I 48 martiri massacrati durante la celebrazione della Divina Liturgia domenicale, proprio in questa cattedrale dieci anni fa», ha ricordato Ignazio Youssef III Younan, patriarca di Antiochia dei Siri, «hanno mescolato il loro sangue con quello dell’Agnello, per testimoniare ai loro fratelli oppressi, uccisi o sradicati, in Iraq e nel Vicino-Oriente, che Gesù stesso, Dio Salvatore, continuerà come ha promesso, a vivere in loro. E noi, forti di questa fede, con coraggio vogliamo testimoniare Cristo Risorto».

«In questi ultimi anni», ha ricordato il cardinale Louis Raphaël Sako accogliendo il Papa, «siamo stati sottoposti a molte difficoltà, pericoli e persecuzioni e la migliore testimonianza è questa cattedrale dei siriani cattolici in cui siamo riuniti, che è stata oggetto di un bombardamento criminale il 31 ottobre 2010: durante la santa messa 48 martiri sono stati uccisi, tra cui due nostri giovani sacerdoti, Tha’er e Wasim, e molti sono rimasti feriti. Nell’agosto 2014, l’ISIS ha fatto fuggire tutti i 120.000 cristiani dalla piana di Ninive e da Mossul, e ringraziamo Dio per il fatto che queste aree sono state liberate nel 2017 e 50% dei loro abitanti sono tornati. Nonostante ciò che ci ha colpito e il nostro dolore, abbiamo preservato la fede».

Il Timone è entrato in contatto con padre Jalal Yako (foto), rogazionista iracheno originario di Qaraqosh, che ci manda alcuni brevi commenti per comprendere la visita di Francesco con gli occhi di un cristiano iracheno.

«Davvero la visita del Papa sarà un momento storico per l’Iraq e il suo popolo, e porterà dei grandi messaggi che tutti noi siamo assetati di sentire, come la fraternità, la giustizia, il dialogo insieme, lasciare indietro le divisioni e guardare avanti per un Iraq nuovo. Chi sa se si potrà davvero realizzare questo?

Ho potuto visitare quei luoghi che il Santo Padre visiterà, partendo dalla città di Ur dove Francesco entrerà come un pellegrino, dialogando con rappresentanti di altre religioni come ebrei, musulmani, yazidi, subba, e altri…e speriamo sia come un soffio dello Spirito prendendo la figura di Abramo come padre di tutti queste religioni.

Questa visita del Papa per noi cristiani sarà di un grande incoraggiamento dopo tutto quello che abbiamo sofferto; oggi il numero dei cristiani nel Paese è sceso a meno di mezzo milione quando fino al 2003 se ne potevano contare almeno 1,5 milioni».


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