Il Papa Francesco che non ti aspetti. Verrebbe da commentare così il tema – reso noto dal Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale – che il Santo Padre ha scelto per il suo Messaggio in occasione della 109ª Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, che si celebrerà il 24 settembre. Il tema è infatti il seguente: «Liberi di scegliere se emigrare o restare». Una scelta, questa, non puramente formale, ma di sostanza, volta cioè a lanciare un messaggio ben preciso.
Come infatti riporta Infocatolica, riprendendo sempre una nota del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, l’intenzione del Pontefice è «promuovere una rinnovata riflessione su un diritto non ancora codificato a livello internazionale: il diritto a non dover emigrare, vale a dire – in altre parole: il diritto di restare nella propria terra». La decisione di proporre una simile riflessione, ovviamente, non è causale.
Essa infatti deriva dalla consapevolezza che la natura forzata di molti flussi migratori attuali impone un’attenta considerazione delle cause delle migrazioni contemporanee. Il diritto di restare è anteriore, più profondo e più ampio del diritto di emigrare. Include la possibilità di partecipare al bene comune, il diritto a vivere con dignità e l’accesso allo sviluppo sostenibile. Insomma: esiste sì il diritto a lasciare il proprio Paese, ma esiste anche – e viene prima, anche se non lo si ricorda mai – quello di restarci.
Ora, Papa Francesco ha forse cambiato idea sull’importanza dell’accoglienza ai migranti? Non esistono elementi per dirlo, anche se va detto che sul tema – come abbiamo spiegato sul numero di gennaio della nostra rivista, cui vi invitiamo ad abbonarvi – i fraintendimenti sono molti. Tornando a Papa Francesco, c’è però da dire che si è spesso frainteso il suo pensiero sull’immigrazione, che non è mai stato un invito all’accoglienza indiscriminata.
Qualche esempio? Già nel 2016, intervistato su La Croix, il pontefice argentino ebbe ad avvertire: «Non siamo in grado di aprire le porte in modo irrazionale. La domanda fondamentale da porsi è perché ci sono così tanti migranti oggi». Anche in tempi più recenti, inoltre, Papa Bergoglio – dopo la strage di Cutro – ha individuato in modo molto chiaro le responsabilità di tragedie simili nell’opera anzitutto degli scafisti. «I trafficanti di esseri umani siano fermati», ha infatti esplicitamente detto, «non continuino a disporre della vita di tanti innocenti! I viaggi della speranza non si trasformino mai più in viaggi della morte! Le limpide acque del Mediterraneo non siano più insanguinate da tali drammatici incidenti!».
Parole talmente forti, queste di Papa Francesco, che qualche commentatore è giunto a scrivere che in questo modo egli avrebbe voluto «soccorrere il governo» Meloni. Chissà allora quale sarà la reazione dinnanzi al tema scelto per il Messaggio in occasione della 109ª Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, con un titolo – «Liberi di scegliere se emigrare o restare» – che ha il grande merito di ricordare che il migrante non è un apolide, anch’egli ha un casa e una patria. E fare in modo che possa abitarla, forse, resta la cosa migliore.
Potrebbe interessarti anche