Sin dall’inizio ci sono state “divisioni ideologiche, teologiche, che laceravano la Chiesa. Il diavolo semina gelosie, ambizioni, idee, ma per dividere! O semina cupidigia”. E come avviene dopo una guerra “tutto è distrutto. E il diavolo se ne va contento. E noi – ingenui, stiamo al suo gioco”. “E’ una guerra sporca quella delle divisioni, è come un terrorismo”, quello delle chiacchiere nelle comunità, quello della lingua che uccide, “butta la bomba, distrugge e rimango”.
“E le divisioni nella Chiesa non lasciano che il Regno di Dio cresca; non lasciano che il Signore si faccia vedere bene, come è Lui. Le divisioni fanno sì che si veda questa parte, quest’altra contro di questa, contro di… Sempre contro! Non c’è l’olio dell’unità, il balsamo dell’unità. Ma il diavolo va oltre, non solo nella comunità cristiana, va proprio alla radice dell’unità cristiana. E questo che accade qui, nella città di Corinto, ai Corinzi. Paolo li rimprovera perché le divisioni arrivano proprio, proprio alla radice dell’unità, cioè alla celebrazione eucaristica”. Nel caso dei Corinzi, vengono fatte divisioni tra i ricchi e i poveri proprio durante la celebrazione eucaristica. Gesù “ha pregato il Padre per l’unità. Ma il diavolo cerca di distruggere fino a lì”.
“Io vi chiedo di fare tutto il possibile per non distruggere la Chiesa con le divisioni, siano ideologiche, siano di cupidigia e di ambizione, siano di gelosie. E soprattutto di pregare e custodire la fonte, la radice propria dell’unità della Chiesa, che è il Corpo di Cristo; che noi – tutti i giorni – celebriamo il suo sacrificio nell’Eucarestia”.
San Paolo parla delle divisioni tra i Corinzi. “Questo può dirlo Paolo oggi a tutti noi, alla Chiesa d’oggi. ‘Fratelli, in questo, non posso lodarvi, perché vi riunite insieme non per il meglio, ma per il peggio!’. Ma, la Chiesa riunita tutta… Per il peggio, per le divisioni: per il peggio! Per sporcare il Corpo di Cristo nella celebrazione eucaristica! E lo stesso Paolo ci dice, in un altro passo: ‘Chi mangia e beve il Corpo e il Sangue di Cristo indegnamente, mangia e beve la propria condanna’. Chiediamo al Signore l’unità della Chiesa, che non ci siano divisioni. E l’unità anche nella radice della Chiesa, che è proprio il sacrificio di Cristo, che ogni giorno celebriamo”.
Era presente alla celebrazione anche mons. Arturo Antonio Szymanski Ramírez, arcivescovo emerito di San Luis Potosí (Messico), 95 anni il prossimo gennaio. All’inizio dell’omelia il Papa lo ha citato, ricordando che ha partecipato al Concilio Vaticano II e che oggi aiuta in parrocchia.