Il giorno dell’uscita di Nient’altro che la verità (Piemme, 2023, pp. 336) il libro che monsignor Georg Gänswein ha pubblicato con Saverio Gaeta – che più media hanno presentato come «la resa dei conti di padre Georg» -, dalla Germania arriva una notizia, se non esplosiva, certamente molto rilevante: quella secondo cui il segretario personale di Ratzinger avrebbe tentato di bloccare il suo testo in uscita oggi. Proprio così.
A riferire questo retroscena è il Die-Tagespost – fonte che si può ritenere vicina a Gänswein, se non altro perché parliamo di una testata nata proprio su impulso di Papa Benedetto XVI (inoltre a scrivere il retroscena stesso è Guido Horst, che ha recentemente intervistato proprio Gänswein), – secondo cui «nel tentativo di impedire la rapida pubblicazione del libro sulla sua vita a fianco del defunto Papa, l’arcivescovo Georg Gänswein avrebbe raggiunto i vertici del Gruppo Mondadori. Cioè fino a Marina Berlusconi, la figlia di Silvio». Dunque ci sarebbe stato un tentativo da parte del vescovo tedesco di fermare il libro.
Un tentativo fallito e che, sempre secondo il sito tedesco, vedrebbe l’uscita odierna di Nient’altro che la verità come una mancata fedeltà ad accordi tali per cui il libro avrebbe dovuto essere pubblicato svariate «settimane» dopo la morte del Papa emerito. In effetti, parecchie personalità anche del mondo del mainstream hanno in questi giorni criticato soprattutto le tempistiche dell’uscita di Nient’altro che la verità, facendo passare padre Georg quasi come un approfittatore dell’onda emotiva generatasi dopo la morte di Benedetto XVI.
Secondo il Die-Tagespost, insomma, il libro sarebbe stato pronto da tempo (assurdo immaginare padre Georg dialogare a lungo con un giornalista durante l’agonia di Benedetto XVI o tra la sua morte e i suoi funerali, dato che su Amazon il libro risulta datato 9 gennaio 2023…), ma l’editore, per ragioni intuibili, avrebbe deciso di anticipare i tempi dell’uscita, finendo col mettere in cattiva luce padre Georg, il quale avrebbe tentato in tutti i modi – financo rivolgendosi a Marina Berlusconi – di bloccare l’operazione. Solo fantasie? Chissà. Di indubitabile, restando agli elementi di fatto non discutibili, ci sono solo due aspetti.
Il primo: Nient’altro che la verità contiene più passaggi critici verso il pontificato di Papa Francesco, con malumori e delusioni attribuiti a Benedetto XVI in persona. Il secondo: due giorni fa, un po’ a sorpresa, Papa Francesco «ha ricevuto» – ma forse si potrebbe dire convocato – in udienza proprio lui, monsignor Gänswein, prefetto della Casa Pontificia, già segretario particolare del Papa emerito. Se dunque padre Georg avesse tentato affannosamente di fermare l’uscita del suo libro dopo quell’incontro, si può immaginare che, più che di una sua libera iniziativa – o di una sua delusione per certe dinamiche editoriale, si sia trattato di un gesto spintaneo…
Naturalmente, queste sono ipotesi. Solamente ipotesi. I fatti certi sono solo i due poc’anzi riportati. Oltre, va da sé, al grande successo che certamente si accinge ad avere questo libro. Che, c’è da immaginare, farà parlare di sé a lungo. (Foto Copertina “Nient’altro che La Verità”/Imagoeconomica)
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