di p. Piero Gheddo P.I.M.E.
In questo “Anno della famiglia”, il quotidiano cattolico Avvenire si sta impegnando a denunziare, con dati e riflessioni, la crisi della famiglia in Italia, che porta all’”agonia del matrimonio” e al “suicidio della società italiana”. Quarant’anni fa (1974) il popolo italiano approvò nel referendum la legge sul Divorzio e il tema è tornato d’attualità. Lamentiamo tutti la crisi dell’Italia, economica, politica, morale, ma ben pochi, fuori della stampa cattolica, affermano che una delle radici di questa crisi sta proprio nella Legge sul Divorzio e poi in quella sull’Aborto, approvata dal referendum (1981). In poche parole,
– l’Italia manca di bambini: ogni anno le morti degli italiani superano di circa 120.000 unità le nascite, proprio il numero (più o meno) degli aborti annuali; e l’anno scorso, per la prima volta, sono calate le nascite tra gli stranieri residenti in Italia:
– la società italiana è una società “liquida”, precaria, instabile, molti giovani sono senza precisi punti di riferimento. Come si può negare che la responsabilità della Legge sul divorzio sia una delle principali cause del pessimismo e della mancanza di speranza che affligge il popolo italiano?
Mi rendo conto che questi problemi sono molto più complessi delle mie affermazioni sommarie. Ma leggo con tristezza l’arrivo di altre leggi che affosseranno ancor più la famiglia naturale riconosciuta dalla Costituzione: divorzio breve, simil-matrimonio fra persone gay, inseminazione artificiale ed eterologa, ecc.
Lasciatemi dire che ho sperimentato la bellezza, la forza e la tenerezza di una vera famiglia cristiana, nella quale i genitori Rosetta e Giovanni (avviati alla santità riconosciuta dalla Chiesa) sono stati e sono la luce, i modelli, l’ispirazione per noi loro figli e oggi lo sono per tanti altri, attraverso il bollettino che pubblica l’arcidiocesi di Vercelli. Nel paese di Tronzano (Vercelli), eravamo una famiglia di condizione economica medio-bassa, durante la guerra si faceva la fame, la mamma era morta di parto con due gemelli nel 1934, il papà disperso nella guerra di Russia, ma l’unità e la solidarietà della nostra grande famiglia ci dava la gioia e la speranza per vivere con serenità la nostra adolescenza.
La “buona notizia” che voglio dare, quasi sempre ignorata dai media “laici”, è che tutto questo è possibile anche oggi. In una cittadina in provincia di Milano, nel maggio scorso è nata Carolina Maria, l’ottava figlia di Davide e Marta nati nel 1977 e 1978, laureati e sposati nel 2002, che hanno deciso fin dall’inizio di prendere tutti i figli che Dio mandava. Eccoli: Benedetta (11 anni), Giuditta (10 anni), Maria Chiara (8), Maddalena (7), Myriam (4), Cecilia (3), Riccardo (2) e Carolina di quasi due mesi. Credetemi, anche solo vedere la foto di questi genitori con le 7 bambine e un maschietto allarga il cuore e commuove. Ma allora, è ancora possibile, per vivere il Vangelo, andare contro corrente e avere molti figli fidandosi della Provvidenza!
Com’è possibile? Hanno genitori ricchissimi? Ho parlato con la signora Elisabetta, mamma di Marta. Dice: “Non hanno avuto veri aiuti economici da nessuno, eccetto dai loro genitori, però appartengono a un movimento (C.L.) e sono aiutati dai loro amici (vestiti e scarpe, giocattoli, interventi per il trasloco, ecc.; aiuti dati anche, a volte, dalle famiglie che conoscono e ammirano questa coppia. E poi hanno risparmiato ed educato i figli ad una vita austera però piena di gioia, di affetti e di amore vicendevole. Pregando, si sono fidati di Dio, si sono sacrificati loro e hanno abituato le bambine, fin da piccole, alle rinunzie e ad una vita di famiglia cristiana che sa andare contro corrente rispetto alle mode mondane”.
La signora Marta mi dice: “Ci siamo sposati a 24 anni poco dopo la laurea, io ho lavorato sei anni poi ho smesso quando ho avuto la quarta bambina. Mio marito è giornalista e viviamo sul suo stipendio che è normale, più gli straordinari che fa. I nostri genitori qualche volta ci aiutano ma sono pensionati normali. Tre anni fa eravamo già in sette in un appartamento di 75 metri quadri ed è nato Riccardo. Adesso siamo in un sottotetto abitabile grande più del doppio di un nuovo palazzo, che abbiamo acquistato pagando un mutuo (ne abbiamo per vent’anni). Questa è l’unica volta che i nostri genitori ci hanno davvero aiutati. Le bambine vivono in stanze con letti a castello, Riccardo in una cameretta da solo e Carolina dorme nella carrozzina in sala e quando sarà più grande vedremo. Per il parto di Carolina ho avuto tante difficoltà e temevo di perderla. Abbiamo fatto una novena a Rosetta e Giovanni e Carolina è nata bene prematura di un mese ma adesso cresce bene.
Debbo dire che le nostre bambine sono più autonome di altre della stessa età, hanno imparato presto a cavarsela da sole. I capricci li fanno anche loro e a volte giocano, bisticciano e se le suonano di santa ragione. Sono bambine del tutto normali, ma imparano a fare a meno del superfluo, ad aiutare gli altri e poi in casa lavorano, lavano, imparano a stirare, a preparare la tavola, ecc. Le più grandi a volte vogliono qualcosa di particolare e vediamo di accontentarle.
Ma qui attorno ci sono altre famiglie che hanno tanti bambini. Una ha dieci figli più grandicelli dei nostri (e un figlio in affido) e anche i loro sono molto più vivaci e maturi dei loro coetanei. Il modo migliore per educare i figli è farne più di uno o due, almeno tre o quattro. Nella nostra famiglia, lo dicono tutti, c’è la gioia che è educativa del carattere. Abbiamo sempre pregato assieme. Se non si cerca la comunione con Dio, non è possibile affrontare la vita e rimanere sereni e pieni di speranza, nelle grandi difficoltà e sofferenze d’oggi.