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Come ottenere il Perdono di Assisi che san Francesco ci ha guadagnato
NEWS 1 Agosto 2018    di Ermes Dovico

Come ottenere il Perdono di Assisi che san Francesco ci ha guadagnato

Da mezzogiorno di oggi a mezzanotte di domani 2 agosto, è possibile lucrare per sé o un defunto il Perdono d’Assisi, chiamato anche Indulgenza della Porziuncola, dal nome della chiesetta tanto cara a san Francesco (oggi custodita all’interno della Basilica di Santa Maria degli Angeli), che qui ebbe la manifestazione celeste da cui origina questa grazia così grande. Si tratta di un’indulgenza plenaria, che libera cioè «in tutto dalla pena temporale dovuta per i peccati», già rimessi quanto alla colpa, grazie alla «remissione che il fedele, debitamente disposto e a determinate condizioni, acquista per intervento della Chiesa, la quale, come ministra della Redenzione, autoritativamente dispensa ed applica il tesoro delle soddisfazioni di Cristo e dei santi» (Catechismo della Chiesa cattolica, punto 1471). Quest’anno ad Assisi c’è pure un altro motivo per festeggiare perché fino a domenica 5 agosto la città ospiterà il saio che san Pio da Pietrelcina indossava quando la sua stimmatizzazione divenne permanente, fatto di cui ricorre il centenario.

Il Diploma di Teobaldo (frate minore e vescovo di Assisi dal 1296 al 1329), emanato dalla curia vescovile il 10 agosto 1310, rappresenta la fonte scritta più preziosa, visto il suo carattere formale, sulle origini dell’Indulgenza della Porziuncola, che all’epoca di quel documento aveva alle spalle una ricca e consolidata tradizione ed era diffusa anche in Francia, Spagna e altre regioni. Secondo il racconto tradizionale, una notte del luglio 1216, mentre san Francesco pregava inginocchiato davanti all’altare di Santa Maria della Porziuncola vide apparire in una luce sfolgorante Gesù e Maria, circondati da una schiera di angeli. Il Signore chiese a Francesco quale grazia desiderasse per il bene degli uomini e il santo gli domandò di liberare dalle colpe e dalle pene tutti coloro che, con il dovuto pentimento, avessero fatto visita a quell’amata chiesetta. «Quello che tu chiedi, o frate Francesco, è grande, ma di maggiori cose sei degno e di maggiori ne avrai. Accolgo quindi la tua preghiera, ma a patto che tu domandi al mio vicario in terra, da parte mia, questa indulgenza», gli disse Gesù.

All’alba del giorno dopo, Francesco prese con sé frate Masseo da Marignano (†1280) e si incamminò verso Perugia, dove nel luglio di quell’anno venne eletto Onorio III. Il Poverello d’Assisi chiese al nuovo Papa di concedergli un’indulgenza per la Porziuncola senza oboli e il Santo Padre, pur facendogli notare che questo era contrario alla consuetudine, gli domandò quanti anni volesse per l’indulgenza. «Non anni, ma anime», gli disse Francesco, che poi specificò: «Santo Padre, voglio, se ciò piace alla vostra santità, che quanti verranno a questa chiesa confessati, pentiti e, come conviene, assolti dal sacerdote, siano liberati dalla colpa e dalla pena in cielo e in terra, dal giorno del Battesimo al giorno e all’ora dell’entrata in questa chiesa». Alle perplessità di Onorio di fronte alla grandezza di quella richiesta, il santo disse: «Signore, ciò che chiedo non viene da me, ma lo chiedo da parte di Colui che mi ha mandato, il Signore Gesù Cristo».

Il Papa si convinse e concesse l’indulgenza, pur limitandola, dopo le osservazioni dei cardinali, a una sola giornata all’anno, «dai primi vespri compresa la notte, sino ai vespri del giorno seguente». Mentre Francesco stava per prendere felicemente la via del ritorno, Onorio gli domandò dove andasse senza nessuna carta e il frate gli rispose: «Per me è sufficiente la vostra parola. Se è opera di Dio, tocca a Lui renderla manifesta. Di tale indulgenza non voglio altro istrumento, ma solo che la Vergine Maria sia la carta, Cristo il notaio e gli Angeli i testimoni». Il successivo 2 agosto, alla presenza di una gran folla di fedeli e di sette vescovi accorsi per consacrare la Porziuncola riparata, san Francesco annunciò l’indulgenza concessa dal pontefice esordendo così: «Io vi voglio mandare tutti in Paradiso».

LE CONDIZIONI PER OTTENERE L’INDULGENZA

Nei secoli la concessione dell’indulgenza ha subito diverse variazioni e oggi è valida per tutti i giorni dell’anno alla Porziuncola, una volta al giorno per sé o un defunto (liberandolo, nel caso, dal Purgatorio), mentre tra il mezzogiorno dell’1 e la mezzanotte del 2 agosto la si può ottenere nelle altre chiese francescane, in basiliche minori, cattedrali e in qualunque chiesa parrocchiale. Per lucrare tale indulgenza plenaria, oltre all’esclusione di qualsiasi affetto al peccato anche veniale, il Manuale delle indulgenze (Enchiridion indulgentiarum) prevede di adempiere queste condizioni:

  1. Confessione sacramentale, per essere in grazia di Dio;
  2. Comunione eucaristica;
  3. Preghiera secondo le intenzioni del Papa (si consiglia un Padre Nostro e un’Ave Maria);
  4. Visita alla chiesa;
  5. Recita del Credo e del Padre Nostro all’atto della visita alla chiesa

Le prime tre condizioni possono essere adempiute anche alcuni giorni prima o dopo (generalmente otto), sebbene sia conveniente che la Comunione e la preghiera secondo le intenzioni del Papa vengano fatte alle date previste.


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