Più linguaggio neutro per tutti. Anche per chi “neutro” non ci si sente. Sembra che dopo aver modificato il significato di “donna” persino sul Cambridge, ora tutte le madri olandesi potrebbero trovarsi sostituita sui documenti la parola “madre” con “genitore da cui è nato il bambino”. La proposta è stata presentata al Parlamento dai funzionari del governo sottesa a una richiesta più ampia di emendamenti a leggi già esistenti.
Stando alle spiegazioni del disegno di legge, la modifica sarebbe il risultato di un precedente adeguamento del decreto anagrafico del 2023. Il governo aveva fatto un’eccezione per le madri che mantenendo ancora gli aspetti biologici di donne erano però legalmente registrate come uomini. In quel caso al posto di “madre” nell’atto di nascita compariva l’espressione neutra “genitore da cui è nato il bambino”.
Secondo lo Staatkundig Gereformeerde Partij (Partito politico riformato), un partito calvinista conservatore accortosi della portata di questa proposta, l’emendamento è stato nascosto in una cosiddetta “legge collettiva” per apportare più modifiche in un sol colpo. Il rappresentante del partito André Flach ha dichiarato che si tratta di «un cambiamento estremamente sensibile» che non deve essere presentato insieme a emendamenti di natura tecnica.
Si tratterebbe di «un cambiamento sostanziale di vasta portata», prosegue Flach, ed «è estremamente spiacevole che il governo abbia nascosto questo adeguamento in una legge collettiva». Flach sottolinea anche come nel 2021 il governo aveva dichiarato non «auspicabile cancellare le designazioni “madre” e “padre”» dato che «la parola “madre” è di grande valore per un gran numero di donne», oggi sembra invece che «vogliono comunque rottamare la designazione [di madre, ndr] per tutti, mentre per un piccolo gruppo era già presente una soluzione».
Pensavano nessuno ci avesse fatto troppo caso. Il testo consultivo che accompagna il disegno di legge dichiara che «non ci si aspettano molte discussioni in Aula». I funzionari scrivono infatti al ministro degli interni Hugo De Jonge (Christen-Democratisch Appèl, Appello Cristiano democratico): «Il disegno di legge contiene solo modifiche tecniche». Vigilanza, informazione, consapevolezza. Oggi un cattolico non può farne a meno, ed ecco che i politici conservatori olandesi e fiamminghi sono stati pronti a specificare che non si tratta di una semplice questione semantica esprimendo la loro resistenza a questa nuova follia woke.
Filip Dewinter, deputato di Vlaams Belang (Interesse fiammingo) nel parlamento fiammingo, ha commentato su X: «Cancellare la parola “madre” è un insulto a tutte le donne! Ancora un altro attacco woke alla famiglia, pietra angolare della nostra società». La commentatrice politica olandese Eva Vlaardingerbroek ha sottolineato quanto l’operato dei legislatori sia stato subdolo: «Pensavano che nessuno se ne sarebbe accorto. La follia non conosce limiti».
Intanto il ministro degli interni Hugo De Jonge (Christen-Democratisch Appèl, Appello cristiano democratico) è corso ai ripari: «La parola “madre” è bella e merita un posto nella nostra legge. E ora di nuovo al lavoro!», ha commentato su X lunedì mattina. Secondo lui si sarebbe trattato di un errore. Il deputato Flach sostiene invece che si tratta di una precisa «agenda ideologica» che «simboleggia un movimento più ampio che ritiene proibire parole come marito, moglie, padre e madre». Per ora pericolo scampato, ma teniamo gli occhi aperti.
(Fonte foto: Pexels.com)
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