domenica 22 settembre 2024
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Ogni giorno Di Buon Mattino la Tv che non ti aspetti
NEWS 23 Settembre 2024    di Samuele Pinna

Ogni giorno Di Buon Mattino la Tv che non ti aspetti

Da un’idea di don Samuele Pinna ha preso vita “Dietro le quinte”, una rubrica senza periodicità che vuole incontrare quei personaggi importanti che lavorano per il bene e non sempre appaiono in prima fila.

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La televisione possiede ancor oggi un’attrattiva molto alta, nonostante sia sempre più soppiantata dai social. Anch’io ho sperimentato il fascino di essere ripreso per apparire sul grande schermo nella trasmissione di successo Di Buon Mattino dell’emittente TV2000. Il clima in cui sono stato accolto mi è parso disteso e molto accogliente, come quello che si respira in una grande famiglia in cui tutti cooperano per il benessere generale.

Desidero saperne di più e incontro i presentatori del fortunato programma: Grazia Serra e Giacomo Avanzi. Ogni giorno sono in diretta davanti alle macchine da presa, ma intuisco subito il grande lavoro dietro le quinte: «è tanto, tanto, tanto – mi confida Grazia con il suo solare sorriso –! Io sono una persona che ha sempre studiato molto perché non so improvvisare, così passo interi pomeriggi a prepararmi per il giorno successivo». E aggiunge con la sua innata simpatia Giacomo: «C’è un grandissimo lavoro di creazione delle puntate da parte della redazione e degli autori: individuare i temi, cercare gli ospiti, scegliere la modalità di racconto. Tutto questo viene tradotto in narrazione anche grazie ai videomaker e agli operatori. Grazia e io ci facciamo interpreti di tutto questo lavoro facendolo nostro e cercando di valorizzarlo in onda, in collaborazione con la regia. Ogni puntata è unica, ogni giorno è unico – ed è questo il bello di tutto!».

Vedo entrambi innamorati della loro professione: «Per molti anni ho fatto l’inviato – precisa Giacomo, lavoro che ti porta nei luoghi in cui la gente vive: mangi nelle loro case, osservi le loro chiese, visiti i loro luoghi di lavoro, ed entri con tutte le scarpe nelle loro esistenze. Tutto questo credo ti sensibilizzi molto nei confronti dell’altro, e ora, nello studio di Di Buon Mattino, mi sorprendo ogni giorno che passa dell’incredibile varietà di umanità che incontriamo. Ogni persona che viene ospite da noi è unica, e se solo lasciamo aperte le nostre orecchie e il nostro cuore avvertiremo di essere incuriositi, colpiti, emozionati da qualcosa che quella persona – e solo quella – può regalarci, magari a sua insaputa. Ecco, questa quotidiana riscoperta di umanità per me è la cosa più bella di tutte». Grazia conferma e rilancia: «L’aspetto più bello sono proprio i rapporti che si creano con le persone, che ti arricchiscono. Quando anch’io ero inviata mi piaceva tanto l’incontro con la gente. Avendo tempi più distesi con cui stare a contatto con le persone (tanto che con molte è iniziata un’amicizia!), quel periodo è stato per me molto formativo, perché ho avuto modo di confrontarmi con tante sensibilità ed esperienze. È stato, però, bellissimo poter presentare in studio, perché mi ha permesso di conoscere in profondità tante situazioni con i relativi soggetti in gioco. Non a caso, le interviste a mio parere migliori sono quelle in cui si crea un feeling con gli ospiti».

Grazia e Giacomo non hanno nulla dei “divi”, mi appaiono cristianamente umili. Sono sicuramente alla mano, e lo deduco dalla volontà di mettere a proprio agio le persone invitate prima di andare in onda. Capisco che – oltre all’intesa – tra loro c’è quella sana complicità che rende il clima lavorativo più sereno e allegro. Sicché, domando loro cosa gli piace di più quando sono davanti alle telecamere: «Mi diverto sempre tanto – risponde pronto Giacomo –, quando qualche ospite “rivoluziona” il nostro studio: dal florovivaista che lo riempie di piante all’artigiano che lo colma di lampade e oggetti luminosi, dall’allevatore che ci porta in studio gli alpaca allo chef che stimola le nostre papille gustative con la carbonara alle 8:15 del mattino! Per noi vivere ogni giorno la “sorpresa” è bellissimo!». Grazia conferma convinta: «Amo raccontare – questo mi sprona nella mia professione –, ma non disdegno neppure gli spazi più leggeri, come quelli musicali. Mi sono letteralmente divertita, però, a cucinare con Giacomo, perché mi piace mangiare… eh sì, anche di mattina presto!».

Interrogo su come siano approdati a essere i presentatori di un programma tivù molto seguito e prende di nuovo la parola Giacomo: «Io ho studiato all’Accademia di Arte drammatica col sogno di fare l’attore, e la televisione è capitata nella mia vita per caso. Un mio caro amico, attore e compagno di classe in accademia, stava terminando un contratto proprio qui, e mi disse: “Stanno cercando gente, potresti essere adatto. Perché non mandi il curriculum?”. Così feci e venni preso: era il 2008 e avevo 24 anni, e quello fu il primo contratto nell’allora Sat2000. Son passati 17 anni e in questa emittente son cresciuto professionalmente e umanamente e ho fatto un sacco di cose! E la passione per il teatro ogni tanto rispunta anche qui: da qualche anno partecipo alla trasmissione Caro Gesù, nata in pandemia per offrire catechismo a distanza ai più giovani, e lì presto voce e braccia a Tommasino, un pappagallo pupazzo aiutante di un prete creativo. Per la mia vita mi piacerebbe proseguire in questo senso: continuare a crescere professionalmente e alimentare le mie passioni!». Subito dopo anche Grazia inizia a parlare di sé: «Sono arrivata a TV2000 a 23 anni quando ho riportato la vicenda di malasanità che ha colpito mio zio e che mi ha molto segnata. Ero a Roma – provengo dal Cilento – perché volevo studiare recitazione, pur essendo già iscritta a Scienze della comunicazione. L’anno in cui seguivo i corsi della magistrale è morto mio zio e questo fatto ha stravolto tutta la mia esistenza, tanto che ho scelto di laurearmi in Organizzazione e marketing per la comunicazione d’impresa con una tesi sulla Comunicazione dei diritti umani. Sempre mossa dal caso di mio zio ho frequentato la Scuola di giornalismo della Fondazione Basso. Ho fatto poi uno stage a Radio Vaticana per approdare infine a TV2000. Ho sempre voluto raccontare storie per dare voce a chi non ha voce. Questo è il mio sogno, ed è quello che vorrei fare nella vita: aiutare chi sta affrontando una “battaglia”, una sofferenza, così da trasformare il dolore in forza per andare avanti e per contagiare in positivo altre persone in difficoltà. Questo è quello che mi piace di più».

Se con Giacomo e Grazia non ci siamo visti molte volte, tuttavia è per me come se ci conoscessimo da tanto tempo. Prima di congedarmi, mi permetto, quindi, di chiedere quanto incida la fede nel loro lavoro. Grazia è la prima a rispondermi: da anni, insieme alla sua famiglia, è accanto a suo papà Vincenzo, costretto a letto da una grave malattia che ora gli consente di muovere solo gli occhi: «La fede c’è, e credo che sia fondamentale nell’affrontare quello che faccio quotidianamente. Per esempio, vorrei tanto sapere cosa pensa mio padre. Quando lo guardo io vedo Gesù in croce, perché papà ha quella testa piegata su un lato… La sua malattia mi sta facendo riflettere in modo profondo, e mi sta insegnando a vivere. In questo tempo, a volte molto faticoso umanamente, ho capito che il Signore ci parla in tanti modi. Su molti aspetti dell’esistenza ero più superficiale, mentre negli ultimi anni ho incominciato a capire quello che Dio mi diceva tramite le cose che mi capitavano. Sono convinta che la fede sia un percorso, un cammino, e non mi sento ancora arrivata. Sono pure persuasa che la malattia dei nostri cari ci consente di comprendere di più il dono della vita: uno può anche trascurarsi, ma se vuoi davvero bene a qualcuno che soffre non lo accetti e metti in discussione tutto». Mi inserisco nel discorso: è l’amore verso l’altro che ti permette di cambiare e ti cambia anche se non lo vuoi: «Assolutamente sì! Per esempio, visto che quest’anno compirò 41 anni, molte persone mi dicono che mi sto trascurando, che non mi sono ancora creata una famiglia, eppure io voglio testimoniare come mi senta totalmente appagata in quello che faccio per papà. Lo vedo poi – nella sua fragilità – come un figlio (che desidero avere). Se ho sempre voluto bene a mio padre, tuttavia un amore così forte non l’avevo sperimentato e se ovviamente non posso ringraziare la malattia (sarei matta!), questa mi ha fatto scoprire dei sentimenti che non avrei mai provato. Se da piccola, per esempio, mi vergognavo un po’ a dirgli “ti voglio bene”, ora glielo dico e glielo ripeto così tanto che ho recuperato i 30 anni precedenti in cui glielo dicevo poco! Ho compreso, quindi, che il dolore può aiutare ad andare più in profondità e a capire come la vita sia davvero un dono prezioso. Ecco perché gli incontri – anche quelli che facciamo in trasmissione – sono per me così importanti». Giacomo completa quanto Grazia ha appena accennato: «Nello studio di Di Buon Mattino abbiamo quotidianamente a che fare con ospiti che ci parlano di Dio e ci portano la loro testimonianza di vita. Sarebbe facilissimo catalogarli come “prete”, “suora”, “teologo”, “devoto” e così via, e relegarli a essere delle sterili etichette. Ascoltarli senza pre-giudizi e attingere a cuore aperto dalle loro esperienze vuol dire invece alimentare la fecondità presente nei loro racconti di vita e portare questi ultimi al nostro pubblico – quello che per me, in definitiva, dovrebbe essere poi il lavoro di un conduttore. Ecco, “conduttore”: una parola che indica chi “conduce” da una parte all’altra, naturalmente. Ma se pensiamo alla sua accezione in fisica, indica quei materiali che consentono il passaggio di qualcosa (calore, freddo, elettricità) perché ne sono attraversati. In questo senso, ognuno di questi ospiti che ci parla di Dio ci attraversa, ed è per noi fonte di pensiero, preghiera, ragionamento: comunichiamo con esseri umani che hanno i piedi per terra ma che ci fanno costantemente rivolgere lo sguardo verso il Cielo. Ed è un cammino di scoperta spirituale continuo e straordinario».


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