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Oggi è vietato parlare di «eresia». Per combatterla San Domenico fondà invece un ordine glorioso
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9 Agosto 2016

Oggi è vietato parlare di «eresia». Per combatterla San Domenico fondà invece un ordine glorioso

di Alfredo Incolligo

 

Probabilmente senza San Domenico di Guzman la Chiesa Cattolica avrebbe riportato risultati di poco conto nell'arginare la diffusione del catarismo e dell'eresia valdese. Il suo nome si lega indissolubilmente all'arte della predicazione, non solo per fare esegesi evangelica, ma soprattutto per evangelizzare la popolazione che era stata sedotta dalle parole fascinose degli eresiarchi. San Domenico di Guzman è il fondatore dell'Ordine dei Frati Predicatori, monaci legati dal voto di castità e di povertà e votati allo studio e ad una ampia formazione intellettuale atta a sfidare e battere gli eretici.

Partiamo dall'inizio, dalle origini di Domenico. Nacque nel 1170 probabilmente a Caleregua in un'agiata famiglia spagnola. Naturalmente i rampolli dei nobili casati avevano a disposizione una schiera di precettori che li educavano alla vita e alla cultura. Si dimostrò brillante negli studi e questo motivò i genitori nell'inviarlo presso l'università di Palencia dove continuò il suo apprendimento delle arti liberali. Parlare brevemente del suo percorso formativo è per noi importante perché San Domenico comprese che il terreno perfetto per sfidare e battere gli eresiarchi era quello culturale. Da ciò derivò l'impronta intellettuale dei suoi confratelli inviati a studiare nelle principali università europee e poi dispersi in tutta la cristianità per preservare l'ortodossia.

La tradizione popolare ricorda un Domenico umile e caritatevole, tanto da vendere tutti i suoi beni per aiutare i poveri durante la carestia che colpì la regione nel 1191. Terminati gli studi, seguì la sua vocazione religiosa, venendo consacrato sacerdote nella cattedrale di Osma. Qui conobbe Diego d'Acebo, riformatore agostiniano, che diverrà un suo stretto collaboratore negli anni della lotta al catarismo. Diego venne eletto vescovo e Domenico assunse il ruolo di assistente e con tali incarichi furono inviati in missione diplomatica in Danimarca. Bisogna ricordare che le regioni del Nord Europa erano ancora poco evangelizzate. Il soggiorno in quelle terre stimolò lo spirito apostolico del sacerdote, il quale una volta tornato in Spagna, recatosi a Roma, chiese il permesso di andare nell'est Europeo per convertire i pagani rimasti. Papa Innocenzo III, notando il suo ardore e la sua alta retorica, decise invece di inviarlo nella Francia meridionale, in Linguadoca, per arginare la diffusione dell'eresia catara.

Fu in questi anni che San Domenico si distinse per il suo animo sempre propenso a verificare e a confermare le Verità di Fede, in dibattici pubblici che mettevano alla berlina le argomentazione catare. Riuscì ad allontanare dall'eresia migliaia di persone e alcune di esse, tra cui molte donne, furono riunite in comunità religiose, i primi monasteri domenicani (non ancora ufficiali). Fece proseliti anche nella predicazione: una decina di compagni lo seguivano e predicavano nelle piazze e nei luoghi pubblici, aiutandolo nella sua missione.

Si stabilì a Tolosa e da qui organizzò gli spostamenti dei suoi sottoposti in Linguadoca, collaborando intensamente anche con il vescovo locale nel sedare il catarismo. La crociata del 1209 diede il colpo di grazia all'eresia tra massacri e violenze che furono ampiamente criticate da San Domenico. Era ormai convinto che l'eresia potesse essere stroncata con una crociata non violenta, con il lavoro intellettuale che avrebbe meglio mostrato la fallacia delle argomentazioni eretiche. Il suo impegno fu premiato da Dio e dalla Vergine Maria nel 1212 quando, pregandola nella cattedrale di Tolosa, ricevette dalla Madonna il Rosario, lo strumento migliore per combattere l'eresia. Da allora è considerato un arma divina per allontanare il Maligno e i dubbi.

Ormai, certo della sua vocazione, si accinse a fondare un nuovo ordine monastico dedito alla predicazione, non dimenticando la vita contemplativa e caritativa. Nel 1216 Papa Onorio III approvò il nuovo ordine, che riprendeva la Regola agostiniana, con clausole adatte agli scopi della nuova famiglia religiosa. I confratelli, i domenicani, erano legati dal voto di castità e di povertà, senza dimenticare l'altro pilastro, lo studio. I primi confratelli di Domenico furono inviati a Parigi, per esempio, per apprendere la teologia e lo scibile umano e così ribattere al meglio ai dissacratori della Chiesa. L'ordine si diffuse in tutta Europa e successivamente al di fuori del continente.

San Domenico aveva dato vita ad una comunità intrepida e carismatica che contribuirà a riformare la Chiesa nei momenti più difficili. Morì a Bologna il 6 agosto del 1221. Venne canonizzato da Papa Gregorio IX nel 1234 e nel Martirologo Romano lo si celebra l'otto agosto.

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