di Carlo Forquet
Genova, Palazzo Ducale: forum "Sulle orme di don Gallo". Alcune scene danno forte l'impressione di un déjà vu: sembrano appartenere a 15 anni fa. Stesse facce, forse un po' invecchiate compresa la mia, stessi discorsi, alcuni dei quali già vecchi nel 2001. In particolare quello di Alessandro Metz, rappresentante della Lega coop sociali. «Bisogna rimettersi in gioco – dice – perché viviamo in un assedio securitario dettato dalle politiche proibizioniste». Sembra un gruppettaro anni '70, ma è troppo giovane. Di castronerie difficili da digerire, non è avara Maria Teresa, che illustra le conclusioni del workshop "La parola ai drogati": «Bisogna arri vare a una carta dei diritti dei tossicodipendenti, perché drogarsi appartiene alla libertà individua le. Dobbiamo organizzarci – continua – contro la cultura consumistica: non chiamateci più consumatori, ma "persone che usano sostanze"». Il politically correct – penso tra me e me – sbarca anche nel mondo della droga. Mefisto, non presente alla Conferenza per problemi familiari, lancia via lettera un messaggio indimenticabile: «Drogarsi è un comportamento transculturale». L'ideologo di tutto è Peter Cohen, sociologo dell'università di Amsterdam: «Bisogna dimenticare la salute e parlare dei diritti umani – afferma – perché proibbire la cannabis è un'inaccettabile discriminazione verso la popolazione minoritaria dei consumatori. La libertà di scelta – scandisce fra gli applausi – deve essere in cima alle nostre rivendicazioni».
Il pubblico riempie la sala, mentre fuori alcuni ra gazzi sono intenti a "fumare". Ci sono molti operatori, qualche sindacalista («la compagna Camusso è con noi»), i rappresentanti delle associazioni che sponsorizzano l'antiproibizionismo con i loro ban chetti: Lila, Gruppo Abele, Forum droghe. Ma il convegno, dedicato a un sacerdote "contro" come Don Gallo, ha soprattutto il suo obiettivo "politico". Lo esemplifica Federico Gelli, presidente del Centro servizi volontariato Toscana e deputato Pd vicino a Renzi. Dopo la pronunzia della Suprema Corte contro questa «legge cancerogena», spiega dal palco, il nuovo Governo «deve assumersi la responsabilità di voltare pagina: il direttore del Dipartimento antidroga Serpelloni va cacciato subito e il suo ufficio deve essere preso in carico dal ministero del Welfare o da quello della Salu te. Bisogna finirla, una volta per tutte, con questo approccio ideologico e di parte». «È necessario le galizzare l'uso delle droghe leggere e pesanti per sconfiggere la criminalità», aggiunge Gian Maria Flick, già Guardasigilli ed ex presidente della Consulta. L'unico che solleva qualche dubbio, alla fine, è il presidente della Regione Liguria, Claudio Burlando: «Il tema della salute c'è tutto e mi pare necessario che vada affrontato con grande equilibrio. Starei molto attento a parlare di liberalizzazione». Ma il suo appello alla ragionevolezza, nella sala gremita, cade nel nulla.
Pubblicato con il titolo Rieccoli in Sanpa, il giornale di SanPatrignano, aprile 2014