La riapertura della cattedrale di Notre-Dame, avvenuta la settimana scorsa, il 7 dicembre, è stata l’occasione per tornare ad ammirare una delle chiese più belle d’Europa e, in assoluto, più note al mondo. Certo, c’è chi ha sollevato riserve anche comprensibili su alcuni aspetti del restauro della chiesa, così come sui «paramenti multicolor» esibiti dai celebranti, a partire dall’arcivescovo di Parigi, monsignor Laurent Ulrich, che ha simbolicamente battuto con il pastorale sulle porte della cattedrale.
Questo però non toglie l’importanza dell’evento – da diversi osservatori ritenuto storico – seguito al devastante incendio del 2019 e arrivato dopo lunghi lavori di restauro. A questo proposito, c’è un aspetto che merita di essere approfondito. È quello emerso da una toccante testimonianza resa da una persona che ha seguito da vicino la rinascita della cattedrale parigina, vale a dire Philippe Villeneuve, l’architetto capo della ricostruzione di Notre-Dame di questi anni.
Villeneuve, in un’intervista televisiva rilasciata a Colm Flynn – corrispondente vaticano per Ewtn News – ha infatti anzitutto parlato apertamente (cosa che non aveva mai fatto prima) della sua fede cattolica. «Ho passato cinque anni a non parlarne», ha raccontato, «perché sono un funzionario pubblico di una repubblica laica, ma ora ho deciso di farlo». Un silenzio, quello dell’architetto di Notre-Dame, che va anche capito, se si pensa che la Francia è uno dei Paesi d’Europa dove gli atti d’odio anticristiano sono più numerosi: solo nel 2023 se ne sono contati 1.000.
Ma torniamo alle parole di Villeneuve, perché non si è limitato, nell’intervista a Ewtn News, a dirsi cattolico, spingendosi a rivelare anche un aspetto molto interessante sulla ricostruzione della cattedrale di Notre-Dame. «Ho una devozione speciale per la Vergine Maria», ha infatti spiegato, aggiungendo: «Non ho mai smesso di sentire il Suo sostegno. Credo che, diversamente, questo progetto non sarebbe stato possibile. Penso che sia questo che mi ha dato mi ha dato la forza e la determinazione per andare avanti».
Nel riferire questo aspetto, Villeneuve ha ricordato il giorno – purtroppo indimenticabile – dell’incendio di Notre-Dame, allorquando vide i resti carbonizzati della struttura. Gli ingenti danni riportati dalla cattedrale avevano impressionato, naturalmente in negativo, l’architetto. Che tuttavia ha riacquistato speranza quando scoprì che le vetrate, il grande organo ottocentesco e numerosi arredi e dipinti erano rimasti intatti. Proprio come intatta era rimasta, lo si ricorderà, la croce, anch’essa sopravvissuta al terribile incendio.
Terribile incendio dopo il quale Villeneuve, insieme agli architetti Rémi Fromont e Pascal Prunet, ha guidato un team di 2.000 artigiani provenienti da tutto il mondo, che hanno lavorato instancabilmente per restaurare Notre Dame. Che, come si ricordava poc’anzi, ha riaperto da poco anche grazie – anzi, soprattutto grazie, viene a questo punto da dire – la Vergine Maria, che ha saputo incoraggiare quanti si sono cimentati in una impresa che, dopo quel fatidico 15 aprile 2019, se non impossibile sembrava comunque molto difficile (Foto: Screenshot X – Colm Flynn, Ewtn News/Imagoeconomica)
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