Oggi, 12 dicembre si celebra la festa di Nostra Signora di Guadalupe, una delle invocazioni mariane più conosciute, amate e diffuse in tutto il mondo. Patrona del Messico, delle Americhe e delle Filippine, ella è una madre per tutti i popoli, colei che parla a ogni cultura. Ogni anno sono oltre venti milioni i pellegrini a visitare il santuario di Nostra Signora di Guadalupe, in Messico, ed è senza dubbio il più frequentato e amato di tutto il Centro e Sud America.
La “Virgen morena” apparve tra il 9 e il 12 dicembre 1531 a un povero indio messicano, vedovo e quasi sessantenne, Juan Diego Cuauhtlatoatzin, santificato da san Giovanni Paolo II nel 2002. Secondo la Real Academia de la Historia, Juan Diego era un indigeno che si convertì al cattolicesimo dopo la predicazione dei frati missionari francescani. In quel periodo il Messico era divenuto terra di conquista ma anche teatro di disprezzo della dignità umana, spesso infatti i conquistatori non avevano nessuna compassione per gli indios. In questo contesto si inserisce l’apparizione di Maria, come segno di cura e conforto a tutti gli oppressi del mondo. Il contesto diventa ancor più specifico se si pensa che l’apparizione si è verificata appena dieci anni dopo la conquista del Messico e in mezzo a grandi problemi di evangelizzazione. Fu quindi Maria stessa ad aprire l’evangelizzazione dell’America, poiché subito dopo le apparizioni si convertirono milioni di indigeni. La fonte principale di questi fatti storici si trova nel Nican Mopohua, scritto nel 1556 da Antonio Valeriano, nobile indigeno azteco e nipote di Moctezuma, a partire dalle dichiarazioni dello stesso Juan Diego.
La mattina del 9 dicembre 1531, mentre stava attraversando la collina del Tepeyac per raggiungere la città, il veggente venne attratto da un canto armonioso di uccelli e dalla visione dolcissima di una Donna che lo chiamava per nome. Ella si presentò come una meticcia o morenita, con una tunica rosea, bordata di fiori e con dei fiocchi neri all’altezza del ventre, che nella cultura india indicava le donne incinte. Dal volto nobile, di colore bruno, la Madonna ha le mani giunte. Un manto azzurro mare, trapuntato di stelle dorate, copre il suo capo e le scende fino ai piedi, che poggiano sulla luna. Alle sue spalle il sole risplende con i suoi cento raggi.
In relazione al nome di “Guadalupe”, va precisato che la Vergine ha comunicato con Juan Diego nella lingua nahuatl. Maria si presentò come “coatllallope”, composta dalle parole “coatl”, che significa “serpente”, e “allope”, che significa “schiaccia”; di conseguenza, si definiva come “colei che schiaccia il serpente”. Allo stesso tempo, questa parola ha evocato ai frati spagnoli il nome di “Guadalupe”, poiché molti di loro avevano una grande devozione per quell’invocazione della Vergine della località di Cáceres. È significativo scoprire come la Vergine abbia scelto un nome che ha permesso di essere compreso sia dagli indigeni messicani che dagli spagnoli.
La Signora si presentò al veggente come “la Perfetta Sempre Vergine Maria, la Madre del verissimo ed unico Dio” e gli ordinò di andare davanti al vescovo per chiedergli di costruirgli una basilica a lei dedicata. Queste sono state le parole di questa prima apparizione: «Voglio molto, brucio di desiderio che qui abbiano la bontà di costruirmi il mio piccolo tempio, per mostrarlo lì a voi, ingrandirlo, consegnarlo a Lui, a Lui che è tutto il mio amore, a Lui che è il mio sguardo compassionevole, a Lui che è il mio aiuto, a Lui che è la mia salvezza. Perché in verità sono onorata di essere una madre compassionevole di tutti voi, di voi e di tutte le persone che qui su questa terra sono in uno, e delle varie stirpi di uomini, di quelli che mi invocano, quelli che mi cercano, quelli che mi onorano confidando nella mia intercessione. Perché lì sarò sempre disposta ad ascoltare il loro pianto, la loro tristezza, a purificare, a curare tutte le diverse miserie, i dolori».
Non fu facile convincere il vescovo che si dimostrò da subito incredulo. In un primo momento, Juan Diego riferì alla Vergine Maria di non sentirsi degno per quella missione. Ma la Vergine gli suggerì di tornare il giorno dopo al cospetto del vescovo, perché era «indispensabile che sia proprio tu a negoziare e gestire, che sia totalmente per il tuo intervento che si verifichi, che si realizzi la mia volontà, il mio desiderio». A quel punto il vescovo gli chiederà un segno, e la Vergine prometterà di darglielo l’indomani. Tuttavia, Juan Diego era impossibilitato a tornare: un suo zio, Juan Bernardino, era gravemente ammalato e lui viene inviato di buon mattino a Tlatelolco per cercare un sacerdote che lo confessi. La Vergine lo rassicurò: suo zio è già guarito, e lo invitò a salire sulla sommità del colle per cogliervi i fiori. Juan Diego salì e con grande meraviglia trovò sulla cima del colle i cosiddetti “fiori di Castiglia”: è il 12 dicembre, il solstizio d’inverno secondo il calendario allora vigente, e né la stagione né il luogo, sarebbero stati adatti alla crescita di fiori del genere. Juan Diego ne raccolse un mazzo da portare alla Vergine, la quale però gli ordinò di presentarli al vescovo come prova della veridicità delle apparizioni.
«Figlietto carissimo, questi diversi fiori sono la prova, il segno che porterai al Vescovo. Da parte mia gli dirai di vedere in loro il mio desiderio, e con questo eseguire il mio desiderio, la mia volontà. […] E con tutto il rigore ti ordino che solo esclusivamente davanti al Vescovo mostri la tua tilma e quello che indossi. E gli racconterai in dettaglio come ti ho detto di salire sul monte per tagliare i fiori, e tutto ciò che hai visto e ammirato. E con questo commuoverai il cuore del Gran Sacerdote affinché interceda e si faccia, si eriga il tempio che ho chiesto», queste le parole della Vergine. Juan Diego così farà: giunto dal vescovo, aprirà il suo mantello e all’istante sulla tilma (tipico mantello messicano composto da due teli di ayate, fibra d’agave, cuciti insieme) si imprimerà e renderà manifesta alla vista di tutti l’immagine della Santissima Vergine. Di fronte a tale prodigio, il vescovo cadde in ginocchio, e con lui tutti i presenti. La mattina dopo Juan Diego lo accompagnerà al Tepeyac per indicargli il luogo in cui la Madonna ha chiesto le sia innalzata la basilica.
Nel frattempo l’immagine, collocata nella basilica di Guadalupe, diventa presto oggetto di una devozione popolare che dura ancora oggi. Il tessuto misura circa 1,69 metri di altezza per 1,05 metri di larghezza, e l’immagine della Vergine occupa 1,43 metri. Un miracolo anche la conservazione dell’icona guadalupana nel trascorrere dei secoli: non si tratta né di pittura, né di disegno a mano, suscitando nel mondo della scienza gli stessi interrogativi della Sacra Sindone. A tal riguardo, con l’aiuto di moderne apparecchiature e di una commissione di scienziati, si è evidenziata la presenza di un gruppo di 13 persone riflesse nelle pupille della Vergine: si tratterebbe di Juan Diego, il vescovo, e altre persone che hanno assistito al miracolo.
Le apparizioni di Guadalupe hanno il massimo grado di approvazione da parte della Chiesa. La devozione di milioni di fedeli, dei pastori e di numerosi Papi ha permesso che Nostra Signora di Guadalupe diventasse una festa liturgica celebrata in tutto il mondo. Nel 1754, durante il pontificato di Benedetto XIV, la Congregazione dei Riti approvò l’Ufficio Divino e la Messa propri per il 12 dicembre. Inoltre, questo Papa ha dichiarato il patrocinio della Nuova Spagna. Già prima, nel 1644, Papa Urbano VIII concesse l’indulgenza plenaria a coloro che visitavano il piccolo santuario situato sul Cerro de Tepeyac. Nel 1999 San Giovanni Paolo II stabilì che in tutto il continente americano la commemorazione della Vergine Maria di Guadalupe fosse celebrata nel calendario con il grado di festa. Lo stesso Papa ha voluto nel 2004 che si aggiungesse alla festa il grado di memoria libera nel calendario generale.
In una visita al Santuario di Guadalupe san Giovanni Paolo II affermò che «da quando l’indio Juan Diego ha parlato della dolce Signora del Tepeyac, Tu Madre di Guadalupe, sei entrata in modo determinate nella vita cristiana del popolo messicano» e poi precisò più avanti: «Questa realtà culturale, insieme alla presenza tanto sentita della Madre e Signora, costituiscono un elemento potenziale che deve essere sviluppato in tutte le sue virtualità evangelizzatrici in prospettiva futura, al fine di condurre il popolo fedele, per mezzo di Maria, verso Cristo, centro di tutta la vita cristiana. In questo modo la pietà mariana non deve tralasciare di porre sempre più in rilievo “il vincolo indissolubile e il riferimento essenziale della Vergine al Divino Salvatore».
Ecco allora che oggi, questo caso di “inculturazione” miracolosa, pone ogni cristiano al cospetto di Maria, come maestra di umanità e di fede, serva totale di Dio, che, come esprime bene il Concilio Vaticano II, «col concepire Cristo, generarlo, nutrirlo, presentarlo al Padre nel tempio, soffrire col Figlio suo morente in croce, cooperò in modo tutto speciale all’opera del Salvatore con l’ubbidienza, la fede, la speranza e l’ardente carità, per restaurare la vita soprannaturale delle anime. Per questo fu per noi Madre nell’ordine della grazia» (Lumen Gentium, 61). (Foto: Screenshot Pascendi Dominici Grecis, YouTube)
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