L’11 luglio la chiesa festeggia san Benedetto da Norcia, patrono d’Europa, e in questi giorni dalla città natale del santo sono arrivate un paio di buone notizie. Dopo il dramma del sisma che ha raso al suolo il vecchio monastero sulla piazza della città, i monaci di Norcia comunicano che la Soprintendenza per i beni e le attività culturali ha approvato il progetto di costruzione del nuovo monastero in monte, un ex convento dei cappuccini che verrà completamente rinnovato (nella foto in alto il rendering del progetto).
Ma la seconda notizia è altrettanto importante. Così è stata data dagli stessi monaci sul loro blog:
«Alcune settimane fa il nostro monastero è stato elevato dalla Santa Sede allo stato di Priorato Indipendente, sui iuris, all’interno dell’Ordine dei Benedettini. Questo avviene 19 anni dopo l’iniziale approvazione canonica e 20 anni dopo che P. Cassiano Folsom, O.S.B. ha coraggiosamente fondato il monastero in un piccolo appartamento sul Colle Aventino di Roma nel 1998.
Questo importante traguardo per noi non poteva avvenire senza le preghiere e il sostegno con cui molti di voi ci hanno accompagnato. Ma in particolare dobbiamo ringraziare i tre Abati Primati che hanno guidato la nostra storia fin dall’inizio: l’abate Marcel Rooney, O.S.B. che ha presieduto la nascita e la fondazione, l’abate Notker Wolf, O.S.B., che aveva previsto che il nostro giovanissimo gruppetto avrebbe avuto un tetto e un sentiero per la stabilità, e ora l’attuale primate, l’abate Gregory Polan, O.S.B., la cui carità piena di fede ci ha portato a questo momento finale di stabilità canonica. Un ringraziamento speciale va al cardinale benedettino Paul Augustine Mayer, O.S.B., non più tra noi sulla terra, ma la cui guida e protezione ci hanno accompagnato fino ad oggi.
Con questo nuovo importante status canonico si è reso necessario l’elezione del primo Priore Conventuale. Oggi, l’abate primate, Gregory Polan, O.S.B. ci ha fatto visita ed ha presieduto il capitolo elettivo, durante il quale è stato eletto P. Benedetto Nivakoff, O.S.B.
Ringraziando Dio e chiedendo la continua intercessione di San Benedetto su questo terra sacra della sua casa natale, continuiamo ad esservi riconoscenti».
A proposito di “opzione Benedetto”, un tema di cui si discute a partire dal famoso libro dell’intellettuale statunitense Rod Dreher, riportiamo di seguito alcune riflessioni che padre Jeff Kirby ha scritto sul portale americano Crux.
«(…) nonostante tutte le opzioni mondane, Benedetto ha scelto di respingere l’oscurità prevalente, prendere il bene nel proprio cuore e allontanarsi dal caos. Questo significa che il santo ha abbandonato tutto ed è fuggito? Significa che se n’è andato con un cuore insoddisfatto o arrabbiato? (…)
Quando arrivò a Subiaco, Benedetto non stava cercando di avviare una massiccia controriforma ad una società ribelle. Non stava pensando di iniziare un ordine monastico universale per preservare e stabilizzare la civiltà. No, in realtà queste cose sono venute più tardi e si sono sviluppate in conseguenza di ciò che Benedetto stava veramente cercando a Subiaco. (…)
Nella grotta di Subiaco, che è ancora visitata fino ad oggi da innumerevoli pellegrini (incluso me e molti amici quando eravamo seminaristi a Roma), la risposta alla nostra domanda principale: che cosa cercava Benedetto? – è letteralmente scritta sul pavimento dell’ingresso. Spesso la risposta imperdibile viene a mancare. Nel mosaico semplice, la risposta è data: “Pax”.
Sì, Benedetto cercava la pax , cioè desiderava la pace. Voleva la pace nella sua anima, la pace con il creato, la pace con i suoi simili e la pace con Dio. Non fuggì da un “mondo malvagio”, ma si fece da parte per poter essere uno strumento di bontà. Non c’era ira o amarezza, solo un’anima gentile che perseguiva la rettitudine e la tranquillità.
Benedetto non ha abbandonato il mondo. Ha preso il mondo nel suo cuore e ha cercato di rendere la sua vita una oblazione di pace e santità. Benedetto non abbandonò la famiglia umana. Ha semplicemente seguito un percorso diverso e ha offerto quella strada agli altri (e la offre ancora agli altri, in modo spirituale, fino ad oggi).
Nei nostri tempi, quando così tante persone soffrono emotivamente o fisicamente a causa dei mali del nostro mondo, Benedetto modella una ricerca di armonia interiore. Quando la vita può sembrare una serie di delusioni e incertezze, il cammino di Benedetto verso la tranquillità ci viene offerto di nuovo. E quando molti di noi (anche quelli di grande importanza) scelgono il suicidio o le dipendenze per affrontare le loro ferite e le loro lamentele, la trasparenza del grande San Benedetto e la sua ricerca di pace, che ha trovato e celebrato in Dio, viene proposta di nuovo a ciascuno di noi»
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