L’ora è cruciale, non solo per Vincent Lambert, non solo per la Francia, ma per l’Europa intera. Inizia oggi la settimana stabilita per la messa a morte di un uomo di 42 anni reo di essere affetto da grave disabilità in seguito ad un incidente stradale che lo ha inchiodato ad un letto d’ospedale. «Se questa decisione venisse eseguita – scrivono sulla pagina ufficiale Je suoutien Vincent – Vincent Lambert morirebbe in pochi giorni, probabilmente circondato dalla polizia», e l’ospedale potrebbe rendere alla mamma di Vincent, Viviane, «il figlio morto in occasione della festa della mamma il 26 maggio».
Presa d’assalto dalle telecamere e circondata da microfoni, schiacciata dal peso di un’esecuzione annunciata, scavata dal dolore, sfiancata dagli anni di lotta, questa madre non molla. «No, Vincent non è in fin di vita, non lo è», rimarca ferma. Lo ripete per l’ennesima volta come se questo facesse la differenza, come se un uomo in fin di vita lo si potesse far morire di sete e di fame. Non si stanca di rispondere perché sa che questa è una delle innumerevoli menzogne con cui il sistema mediatico nutre i cittadini per convincerli che sopprimere un disabile sia nel suo miglior interesse. E lo fa anche alla vigilia di quella che si annuncia essere la settimana di passione per suo figlio. Ascoltarla è un pugno allo stomaco: «La Francia regredisce, ma Vincent resiste. Io chiedo che venga trasferito in una delle tante strutture specializzate disposto ad accoglierlo!
Mentre adesso è chiuso a chiave nel corridoio della morte…» – «A chiave?», la incalza un giornalista, «a chiave», risponde «…è terribile». Vacilla, parla con un filo di voce ad un certo punto sembra cedere: «non ce la faccio più», bisbiglia, i giornalisti ancora la incalzano: «Avete ancora speranza?» «Certo, certo, certo che l’abbiamo. Non vede queste persone qui attorno? Medici, avvocati, amici. Ci batteremo, lotteremo e non lo uccideranno, perché questo vogliono fare: ucciderlo. Questa è eutanasia mascherata, ma io sono sua madre e ho il diritto di difenderlo», poi scoppia in un pianto. Come una Mater Dolorosa Viviane sta. Sta ai piedi della croce del figlio e proprio come Maria sa che Dio può tutto e non smette di implorare come solo una madre.
Attorno a lei, attorno all’ospedale di Reims dove Vincent è ricoverato, affluiscono continuamente persone da tutta la Francia: vegliano, pregano, protestano, gridano la loro rabbia e chiedono che Vincent Lambert viva, che possa essere trasferito, che possa essere risparmiato da questo omicidio di stato. Una mobilitazione che tocca anche il nostro paese. Oggi a Genova alle 18.15 e alle 18.45 si prega il Santo Rosario in Piazza De Ferrari per dire no alla soppressione dei disabili, ma la manifestazione più importante sarà a Roma a Montecitorio, dove alle 12 è previsto un sit in organizzato da Federica Picchi, fondatrice della Dominus Production e candidata alle prossime elezioni europee per Fratelli d’Italia, il flash mob però non ha colore politico e si propone unicamente di chiedere cibo e acqua per Vincent Lambert nonché il diritto di cura per tutti gli ammalati: «Pretendiamo che il Parlamento Europeo pubblicamente richiami il comportamento di un suo stato membro che viola il diritto basilare alle cure e alla vita di un cittadino europeo. In Europa, nel 2019, nessuno deve morire di fame e di sete. Se Vincent venisse ucciso a seguito di mancata alimentazione, allora tutti gli essere umani, proprio nel momento di maggior bisogno potrebbero subire lo stesso trattamento. Come può la Francia pretendere di assumere la presidenza del Consiglio d’Europa il 24 maggio quando viola deliberatamente anche i trattati che ratifica a livello internazionale proprio alla vigilia delle elezioni europee?».
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