IMMACOLATA CONCEZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA – SOLENNITÀ
Il cammino di Avvento viene quasi interrotto dalla solennità dell’Immacolata Concezione. La fede professata diventa fede celebrata: la proclamazione del dogma mariano non si limita all’affermazione del contenuto teologico, ma diventa liturgia, preghiera, contemplazione. La devozione mariana, tratto caratteristico della fede cattolica, è un criterio certo per comprendere il mistero di Cristo. Nessuno può contemplare Cristo tralasciando sua Madre. È per questo motivo che fin dai primi secoli la Chiesa ha voluto ardentemente professare con limpida certezza la fede e la devozione verso la Beata Vergine Maria. Il dogma che oggi professiamo ci invita a considerare il primo istante dell’esistenza della Madonna, contemplando nella meraviglia ciò che Dio ha fatto: la vittoria sul male, preservando la Vergine dal peccato originale. Tra le molte riflessioni che si potrebbero fare, ne offro due a partire dal testo evangelico.
Piena di grazia. Il dogma annuncia con chiarezza che Dio ha agito nella vita di Maria, illuminando anche il primo istante del suo concepimento con la luce della grazia divina. Non è difficile meravigliarsi: là dove l’uomo di oggi fatica a riconoscere la dignità della persona, Dio agisce con il prodigio della grazia, chiamando a pienezza anche ciò che non si vede. Si afferma così il primato assoluto della grazia che non solo precede, ma fonda la libertà. Questo sguardo ci consente di cogliere la vera natura del dogma: è un annuncio implacabile della Verità, non una limitazione o un impedimento. La grazia di Dio è il fondamento della libertà: senza di essa, non siamo in grado di distinguere la vita dalla morte, il bene dal male, la speranza dalla disperazione. La grazia è la vera e sola grande novità di cui oggi l’uomo ha bisogno
Eccomi. Ci siamo spesso illusi che usare parole accomodanti come ascolto e dialogo offrisse credibilità alla fede. Si è così scelto di restare in silenzio come esercizio di fede anche davanti alle aberrazioni più evidenti, nella speranza che il silenzio convertisse i cuori. La grazia, però, non paralizza i nostri cuori: la grazia esalta la libertà, spingendola sempre alla domanda decisiva della vocazione. La sterile insistenza della predicazione ecclesiale sulla vocazione trova qui la sua causa: ascoltiamo senza giocare la libertà, senza rischiare la vita, anche davanti alle cose che l’uomo moderno ritiene impossibili. L’«Eccomi» della Vergine ci ridesta: eccomi significa agire di conseguenza, agire per vocazione. La sola vera libertà è quella che realizza la vocazione, anche in mezzo a molte fatiche e a molte cadute. La vocazione della Chiesa è, come per la Beata Vergine Maria, quella di rispondere alla grazia portando Dio nel mondo.
La Santa Vergine, che oggi contempliamo nella prodigiosa grazia che la segna fin dal primo istante della sua vita, ci annuncia che senza grazia non c’è vocazione e senza fedeltà alla vocazione non c’è salvezza.
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