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Nicaragua, Mons. Álvarez è stato liberato
NEWS 15 Gennaio 2024    di Federica Di Vito

Nicaragua, Mons. Álvarez è stato liberato

Domenica 14 gennaio il vescovo Rolando José Álvarez di Matagalpa, tenuto prigioniero dal dittatore nicaraguense Daniel Ortega da 18 mesi, è stato rilasciato. Era stato condannato a 26 anni di carcere nell’agosto 2022 insieme ad altri 18 sacerdoti e seminaristi imprigionati successivamente nel dicembre 2023.

I media nicaraguensi La Prensa e Confidecial hanno comunicato il rilascio, specificando che tra i deportati c’era anche mons. Isidoro Mora, vescovo di Siuna. Alla conclusione della celebrazione della Messa di ieri nella chiesa di St. Agatha dell’arcidiocesi di Miami (Stati Uniti), Mons. Silvio José Báez, vescovo ausiliare di Managua, esiliato a causa della persecuzione della dittatura di Ortega, ha confermato in lacrime la notizia della liberazione di vescovi, sacerdoti e seminaristi con queste parole: «I nostri pastori sono liberi». «Secondo le informazioni che ho iniziato a ricevere questa mattina sia da Roma che da Washington e Managua… i vescovi, i sacerdoti e i seminaristi rilasciati dalla prigione che sono stati ingiustamente rapiti perché innocenti, sono atterrati all’aeroporto di Fiumicino a Roma e sono stati accolti nella Santa Sede», ha specificato Báez.

In seguito al rilascio la dittatura di Ortega ha ringraziato «profondamente il Santo Padre, Papa Francesco; e la Segreteria di Stato della Santa Sede; al suo [prefetto, ndr], Sua Reverende Eminenza, Pietro Cardinale Parolin, e la sua squadra di lavoro, per il coordinamento molto rispettoso e discreto effettuato per rendere possibile il viaggio in Vaticano di due vescovi, quindici sacerdoti e due seminaristi». Il comunicato del regime di Ortega ha poi proseguito: «Sono già stati ricevuti dalle Autorità Vaticane, in conformità con gli Accordi di Buona Fede e Buona Volontà, che cercano di promuovere la comprensione e migliorare la comunicazione tra la Santa Sede e il Nicaragua, per la Pace e il Bene». Gli attivisti per i diritti umani in Nicaragua hanno sostenuto che l’arresto dei chierici abbia rappresentato una strategia del regime nicaraguense per fare pressione sul Vaticano affinché conceda al governo una supervisione formale delle nomine episcopali.

Negli ultimi giorni si erano intensificati gli appelli della Chiesa cattolica alla pace in Nicaragua. Papa Francesco nell’Angelus del primo dell’anno aveva espresso la sua «preoccupazione» per la situazione nel Paese «dove vescovi e sacerdoti sono stati privati della libertà», invitando il popolo di Dio a pregare per il Nicaragua ed esprimendo l’auspicio «che si cerchi sempre il cammino del dialogo per superare le difficoltà». L’appello del Papa ha trovato eco nelle autorità statunitensi, tanto che il 2 gennaio Matthew Miller, portavoce del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti, ha chiesto alla dittatura nicaraguense di «liberare immediatamente e incondizionatamente il vescovo Rolando Álvarez, che è stato ingiustamente detenuto per 500 giorni». «La libertà di credo è un diritto umano. La continuazione dell’arresto di Álvarez è inammissibile», ha aggiunto. Dagli Stati Uniti personalità importanti come il deputato cattolico Chris Smith avevano mantenuto l’attenzione su Mons. Rolando Álvarez. In un’udienza parlamentare tenutasi il 30 novembre 2023, Smith aveva assicurato che «il vescovo Álvarez è un uomo innocente che sopporta una sofferenza indicibile».

Quella di Álvarez è la terza grande espulsione dei sacerdoti nicaraguensi dal loro Paese in meno di un anno. Nel febbraio 2023, quattro sacerdoti, un diacono e due seminaristi sono stati deportati negli Stati Uniti e nell’ottobre 2023 erano stati 12 i sacerdoti. In totale, circa 110 sacerdoti sono stati esiliati dal Nicaragua a partire dal 2018. Altri sacerdoti sono fuggiti dal Nicaragua dopo aver ricevuto minacce e ad altri è stato negato l’ingresso in Nicaragua dopo aver viaggiato all’estero. Il numero esatto di sacerdoti in esilio è sconosciuto, per motivi di sicurezza infatti molti sacerdoti comunicano pubblicamente la loro condizione di esilio solo dopo mesi che hanno lasciato il Nicaragua. Attualmente, due diocesi nicaraguensi sono guidate da vescovi che hanno superato l’età pensionabile – Bluefields e Jinotega e il cardinale Leopoldo Brenes di Managua -, ciò significa che sei delle nove diocesi nicaraguensi saranno in una situazione di leadership irregolare. Dal fatto che un numero crescente di chierici nicaraguensi sembra essere disposto a denunciare il regime di Ortega potremmo sperare che l’anno 2024 possa dare una svolta positiva alla Chiesa in Nicaragua (Screenshot, ROME REPORTS in English, YouTube).

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